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Il mondo è più contento se rimaniamo a casa: non inquiniamo l’acqua e l’aria e svilupperemo i nostri talenti Il mondo è più contento se rimaniamo a casa: non inquiniamo l’acqua e l’aria e svilupperemo i nostri talenti
L’inquinamento dell’aria e dell’acqua sta velocemente diminuendo grazie al blocco dei mezzi di mare e di terra. Per quanto riguarda le acque, ci ha... Il mondo è più contento se rimaniamo a casa: non inquiniamo l’acqua e l’aria e svilupperemo i nostri talenti

L’inquinamento dell’aria e dell’acqua sta velocemente diminuendo grazie al blocco dei mezzi di mare e di terra. Per quanto riguarda le acque, ci ha fatto molta impressione poter vedere a Venezia per la prima volta il fondo dei canali e addirittura i pesci, che lo stanno nuovamente abitando. Insomma, il mondo è più contento se rimaniamo a casa: oltretutto, al giorno d’oggi, avremmo tutte le possibilità di dedicarci veramente a noi stessi, dal momento che il lavoro dell’essere umano è da tempo, facilmente sostituibile, basti pensare che una parziale redistribuzione della ricchezza del pianeta ed uno sfruttamento equilibrato delle sue risorse, abbatterebbe ogni povertà. Il dramma umano è l’egoistica convinzione che senza povertà non vi sia ricchezza. Le nostre ambizioni dovrebbero essere ben altre nel terzo millennio e proiettate verso le stelle. Le occupazioni della società moderna, tolto il tempo del sonno, dei pasti e della cura personale già consentono ben poca vita reale: circa 12 ore. Ma cosa facciamo in queste 12 ore? Altre otto sono mediamente lavorative… questo vuol dire che, di vita pura, quella legata alla riflessione e al ragionamento, utili, alla cura e realizzazione delle nostre passioni (e non mi riferisco solo all’amore e all’amicizia) alle attività utili alla evoluzione dell’uomo, alla sua crescita ed alle possibili azioni di realizzazione dei talenti personali, non restano che pochi minuti; spesi sostanzialmente al cellulare, al pc, o in svaghi non “valorosi” e che ci fanno pure male.

Intanto la Natura si riprende i suoi spazi: Meno traffico = meno scarichi. A Burano i cigni si sono riappropriati dei canali della città lagunare e il ricambio idrico delle maree giova al repentino miglioramento della qualità delle acque.

SITUAZIONE INQUINAMENTO DELL’ARIA. I numeri parlano chiaro: il blocco (praticamente totale) delle città dovuto al decreto del governo sull’emergenza coronavirus ha ridotto in modo drastico l’inquinamento nelle grandi città. Lo confermano le rilevazioni dei satelliti Esa.

Alla seconda settimana di blocco, ha abbattuto quasi totalmente le polveri sottili prodotte dall’attività umana (trasporto e produzione, e anche agricoltura), tanto pericolose (per i polmoni) dei cittadini. Erano anni che l’aria non era così pulita, molti anni. I dati rilevano livelli medi molto bassi sia di PM10 che di PM2.5, ozono, biossido di azoto e biossido di zolfo, gli altri agenti inquinanti più pericolosi, rilevati dalle centraline Arpa.

Per fare un esempio su tutti, basti pensare che a Milano le PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata, cioè in piccolissime particelle) che di regola dovrebbero stare sotto la barriera “invalicabile” di 50 microgrammi per metro cubo, si aggirava prima del fermo obbligato intorno ai 100 microgrammi. Siamo oggi sotto ai 20.

EFFETTI NEGATIVI SULLA PSICHE. Quando la clausura è obbligata siamo concentrati più sulla negazione delle opportunità che sul lato positivo della situazione. E’ un fattore fisiologico della psiche che vorrebbe essere padrona e non schiava. Ma se ci sforziamo di vedere la cosa da un punto di vista puramente pragmatico, evolutivo, utile a noi stessi e alla nostra salute, la realtà è del tutto diversa: uno potrebbe pensare che senza l’uso di un’automobile la sua vita subirebbe un peggioramento (come perdere i piedi), per vari motivi di natura economico/lavorativa/sociale. Ma siccome il pianeta se ne infischia di tutto ciò, e visto che i nostri abituali metodi per raggiungere lo scopo vitale, lo ammalano e lo distruggono, perché continuiamo a non cambiare? Perché pensiamo che non vi sia futuro? Perché non ci preoccupiamo del domani e delle future generazioni? Cosa muove il nostro spirito sempre più sopito, a disperdere le forze nel nulla di fumose città inospitali? La cosa più importante è il pianeta: senza piedi puoi trovare la possibilità di spostarti comunque, ma senza l’anima ogni spostamento perde di interesse antropologico, perde di senso. La terra è la madre, ma non solo: ci mise al mondo, fu la culla che ci consolò nelle tenebre, ma è soprattutto, e lo è sempre stata, un trampolino di lancio verso l’ignoto e gli spazi inesplorati. E l’uomo è nato per questo: per scoprire, esplorare, ricercare, inventare, innovare. L’uomo ha senso solo nell’unica vera battaglia che conta nell’universo, contro l’ignoto.

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