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IL LATO OSCURO DEL SOGGETTO: QUELL’OCEANO CHIAMATO INCONSCIO IL LATO OSCURO DEL SOGGETTO: QUELL’OCEANO CHIAMATO INCONSCIO
di Yari Ferrone – Psicologo clinico Yari Ferrone, psicologo clinico, specializzando in psicoterapia psicoanalitica interpersonale. Attualmente svolge la libera professione in videoseduta e telefonicamente... IL LATO OSCURO DEL SOGGETTO: QUELL’OCEANO CHIAMATO INCONSCIO

di Yari Ferrone – Psicologo clinico

Yari Ferrone, psicologo clinico, specializzando in psicoterapia psicoanalitica interpersonale. Attualmente svolge la libera professione in videoseduta e telefonicamente offrendo servizio di supporto psicologico e psicoterapia per adulti e adolescenti.
Collabora con una struttura psichiatrica riabilitativa “Morrone” occupandosi di clinica delle psicosi, periodicamente conduce laboratori di arte sperimentale presso DLF a Sulmona e lavora come docente di psicologia e comunicazione presso un centro di formazione professionale della regione Lazio.

Potremmo concederci la fantasia di immaginare che ogni singola goccia di un grande mare rappresenti un’emozione, un affetto, un sentimento oppure una sensazione. O ancora un disturbo, un tratto, un pregio, un difetto, perché partendo dal presupposto che del cervello e della mente ne sappiamo ben poco e mai ne sapremo troppo, e se pensiamo ai miliardi di movimenti dei nostri neurotrasmettitori, alle inquantificabili trasmissioni sinaptiche che operano nella nostra testa, allora capiamo che è tutto troppo più grande della capacità di comprensione di cui madre natura ci ha dotato.

William Neira

La grandiosità della mente umana è che il pensiero è caratterizzato da possibilità illimitate, da insiemi infiniti, da vere e proprie galassie psichiche in costante movimento, lì dove i famosi buchi neri rappresentano ciò a cui non si potrà mai accedere nonostante l’essere umano riesca a stento ad arrivare in qualche luogo più profondo della conoscenza. Quell’oceano qui chiamato inconscio sarà forse quel buco nero nel quale è sempre molto difficile addentrarsi anche con le tecnologie più sofisticate?

Darwin Enriquez – Tattoo artist


Se infatti pensiamo al pensiero che pensa e che si lascia pensare, è chiaro che pensare è l’attività psichica complessa per eccellenza, e forse esercitarsi al pensiero profondo è buona cosa per avvicinarsi sulle punte negli abissi dell’inconscio. L’inconscio è quella dimensione oscura in cui tendiamo inconsapevolmente a depositare del materiale prezioso che viviamo e assimiliamo nell’arco della nostra vita. Vissuti, piaceri, umiliazioni, frustrazioni, trionfi, questioni tra le più variegate che custodiamo e nascondiamo nell’abitacolo psichico più oscuro.

Antonio Nunziante – Mediterraneo

Come fosse un basso oppure una cantina sotterranea dove lasciamo riposare oggetti che non ci occorrono ma che all’improvviso potrebbero tornarci utili, analogamente al dialogo tra mente e anima, tra mente e corpo, dove avviene un costante scambio di sensazioni e di accaduti che, soprattutto se difficilmente decifrabili, tendiamo ad immergere nel mare che, goccia dopo goccia, genera significati psicologici affascinanti e meravigliosi.

Umberto Bianchini – La soffitta

Nascondere parti di sé che non sono necessariamente quelle spiacevoli e traumatiche (meccanismo che in psicoanalisi viene descritto con la parola rimozione) ma anche tutto ciò che è destinato a sfuggire alla nostra coscienza per depositarsi nel nostro lato oscuro e più remoto che molto spesso è ricco di sorprese che non sempre ci accorgiamo di avere. Come se tirassimo una molla su nel cielo che arriva molto lontano, che fantasticamente impiega anni per raggiungere la sua massima estensione e altrettanti per virare e cominciare il proprio viaggio di ritorno. Non la si vede a lungo ma prima o poi tornerà; per dirla con Nietzsche, essa è come destinata ad un eterno ritorno, analogamente al lavoro di un orologio la cui lancetta riapparirà sempre alla stessa ora pur se in un altro tempo!

Antonio Nunziante

L’illusione di essere così padroni di noi stessi, di sapere di cosa siamo fatti, cos’è che realmente vogliamo e cos’è di cui ne abbiamo semplicemente un bisogno transitorio, ci fa sostare nella dimensione invisibile che tanto più si nasconde quanto più esercita una notevole influenza sulla vita cosciente di noi tutti. Un bagaglio che, come fossimo protagonisti di un lungo viaggio in macchina, è deposto nel cofano, viaggia insieme a noi anche se non si potrà vedere, immerso nel buio del retro del mezzo che ci conduce! Eppure cammina, cambia spazio e tempo come fosse elemento visibile, perché in fondo l’inconscio è il nostro raccoglitore più intimo, il nostro contenuto più profondo, l’eremo della nostra anima che in pochi vedono ma che grazie alla sua posizione, esso riesce sempre ad osservare tutto, ad assimilare l’indigeribile e l’inavvertibile che non sempre accusiamo ma che all’improvviso ha il potere di ritornarci di traverso, molto spesso esprimendosi tramite sintomi indicibili e a primo impatto incomprensibili.

Giorgio De Chirico – Ritorno al futuro

L’inconscio arriva sempre prima ma si fa vedere sempre dopo!

Perché non si tratta solo di materiale rimosso bensì di elementi potenziali che attendono di essere svelati e che dimenticarli ed ignorarli a lungo potrebbe generarne una ribellione nevrotica, psicopatologica, inconfondibilmente confusa. Carl Gustave Jung sosteneva che “chiunque avanzi sul cammino dell’autorealizzazione deve inevitabilmente riportare alla coscienza i contenuti del suo inconscio personale, allargando in tal modo in grande misura il campo della sua personalità”.

Ricardo Fernandez Ortega – The top

C’è qualcosa che accade e che viene rimosso, ma c’è anche qualcosa che non accade ma che sarebbe dovuto accadere, finendo per essere repressa, abbandonata in quei capitoli dell’esistenza rivestiti di primordiali bisogni psichici inscritti in quel destino psicologico di ognuno; tralasciati da molti e concessi alla normale ed inevitabile nevrosi di tutti. Quella del tempo che viviamo, e quella del tempo passato che non abbiamo mai vissuto!

E se è vero che nell’inconscio, soprattutto quello inteso come bagagliaio del potenziale umano, si trova la verità di sé, diverrà allora possibile pensare che, per quanto strano e paradossale, ascoltare e dar valore alle voci di questo lato oscuro equivalga all’avere una buona coscienza di sé?

Dott. Yari Ferrone

Studio: Sulmona – L’Aquila
tel. 340.7722712
email: yari.ferrone@hotmail.it