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Il cancro? se non puoi guarirlo… ovvero, “come la comunità scientifica nasconde le sue connivenze e le sue inadeguatezze” Il cancro? se non puoi guarirlo… ovvero, “come la comunità scientifica nasconde le sue connivenze e le sue inadeguatezze”
Linee guida per nascondere le cause del cancro. Al di là delle statistiche ufficiali e delle notizie di stampa, di cui ci occuperemo, ma... Il cancro? se non puoi guarirlo… ovvero, “come la comunità scientifica nasconde le sue connivenze e le sue inadeguatezze”

Linee guida per nascondere le cause del cancro.

Al di là delle statistiche ufficiali e delle notizie di stampa, di cui ci occuperemo, ma sulla cui accuratezza e veridicità molto c’è da discutere e verificare, ognuno di noi ha la percezione diretta di come le morti per cancro, e in particolare per leucemia, siano fortemente aumentate col passare del tempo. Questa percezione è fortissima e vissuta ancor più direttamente dai medici, dato che ad esempio, il cancro al pancreas, che solo 30 anni fa era rarissimo e considerato quasi ‘caso di scuola’ negli studi universitari, è oggi diventato uno dei più comuni (ed è anche uno dei meno curabili).

La classe medica e la celebrata “comunità scientifica” appaiono praticamente disarmate di fronte al cancro, e se è vero che nuove cure vengono sperimentate (e brevettate) in continuazione, succede che poi alla resa dei conti siano chirurgia, radioterapia e chemioterapia le scelte consuete.

Il problema principale di questo approccio è che si tratta di pratiche terribilmente invasive, tossiche, difficili da sopportare per organismi già debilitati dalla malattia, e che spesso conducono loro stesse alla morte. Inoltre, ancorché il cancro sia sconfitto, la possibilità di una recidiva è altissima, ed anzi alcune chemio (esempio il tamoxifene) sono a loro volta cancerogene su organi diversi da quello bersaglio.

Incapaci di sconfiggerlo con la pratica medica, gli ‘scienziati’ hanno allora deciso di ‘guarirlo’ con una pratica comunicativa che hanno chiamato “normalizzazione”, ma che è meglio nota come “nascondere sotto il tappeto” o anche “nascondere la testa nella sabbia”.

In pratica si tratta di ‘informare sul cancro’ in maniera, diciamo così ‘politicamente corretta’, per negare che possa essere definito ‘la piaga della nostra epoca’. A questo scopo si organizzano addirittura seminari per insegnare ai giornalisti questa pratica, e dire loro come affrontare l’argomento, cosa dire e cosa tacere, dimodoché a nessuno venga in mente di mettere sotto accusa il sistema economico-industriale nel quale viviamo -e qualcuno prospera.

Quello che devono dire è che le cure ufficiali sono le migliori possibili, che le terapie alternative sono roba da stregoni, anche se gli stregoni sono medici laureati con una visione della malattia e dunque della cura diversa da quella accettata, un po’ come Semmelweis, che venne ridicolizzato e allontanato dalla classe medica del tempo perché aveva capito che a trasmettere le infezioni erano i batteri e che dunque occorreva lavarsi le mani prima di operare.

Prima di indicare le linee guida della disinformazione scientifica ufficiale, che tutti i lettori potranno rintracciare a loro comodo sulla stampa divulgativa, dobbiamo fornire un’informazione che da sola svelerà la profonda, incredibile e imperdonabile disonestà intellettuale del ‘mainstream’ scientico e parascientifico. Le sostanze utilizzate nella produzione industriale e con cui veniamo quotidianamente a contatto e che sono certificate come sicuramente cancerogene, sono MIGLIAIA.

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a questo indirizzo internet potete fare riferimento: solo documenti ufficiali, con riferimenti precisi addirittura fra la sostanza e il tipo di tumore causato. Queste sostanze le mangiamo, le respiriamo, le beviamo, le tocchiamo quotidianamente ormai da quasi un secolo, con una progressione folle, mano a mano che nuovi materiali vengono creati e nuovi processi di produzione vengono implementati.

Ebbene, a fronte di questa verità certificata ed accettata a livello ‘scientifico’ ed ufficiale’, la prima delle linee guida dell’istituzione medica è questa:

Il cancro esiste da sempre (non è il “male del Novecento” e degli anni 2000, come spesso viene detto). Fa parte della storia dell’uomo sin dal principio, perché l’adattamento della specie all’ambiente circostante coinvolge inevitabilmente mutazioni e alterazioni del nostro patrimonio genetico. Alcune di queste mutazioni sono innocue, altre sono maligne e vengono eliminate naturalmente dal nostro sistema immunitario, altre diventano tumori.

E abbiamo visto (avete visto se avete visitato la pagina indicata) che questa affermazione è falsa, perché l’ambiente in cui viviamo oggi è cancerogeno, e non c’entra proprio nulla con le mutazioni evolutive di cui, oltretutto, non sappiamo niente di certo.

La Seconda linea guida è questa: come tale il cancro non potrà mai essere debellato, come accaduto per altre malattie (ad esempio, il vaiolo).  E questo riconoscimento di impotenza, quantomeno mette a tacere i fan del progresso illimitato della Scienza.

Terzo – e questa è definita “la buona notizia” – il cancro è la patologia potenzialmente più prevenibile e, oggi, anche grazie alla prevenzione, la più curabile.

Qui dobbiamo soffermarci un momento, perché siamo davanti alla più clamorosa delle mistificazioni: la prevenzione è una pratica che permette di PREVENIRE, cioè di non contrarre una malattia. Dire che una malattia è grazie alla PREVENZIONE più curabile significa dire una purissima scemenza, e siccome la ‘comunità scientifica’ non dovrebbe essere fatta di scemi, è evidenti che si tratta di un gioco delle tre carte, di una menzogna con cui si sostituisce alla corretta espressione “diagnosi precoce” quelle di “prevenzione” che è tutta un’altra cosa.

La quarta linea guida è quella per cui i giornalisti devono sostenere la pratica di cura ufficiale, sottacendone i fallimenti… ovviamente per non togliere al malato la speranza di guarigione, anche quando questa è estremamente remota. Questa linea guida comporta anche l’attacco, la ridicolizzazione e la delegittimazione di ogni approccio diverso (la prevenzione, quella vera, basata sull’eliminazione delle migliaia di sostanze che il cancro lo provocano UFFICIALMENTE, e le cure alternative, alcune dlele quali, come l’immunoterapia, ormai accettate, a denti stretti, dalla medicina ufficiale, che puntano sulla capacità dell’organismo di difendersi facendo appello alle risorse interne e alla forza della mente). Questa direttiva l’abbiamo vista all’opera in maniera massiccia quando, nel 2012, Nature (la più importante rivista scientifica al mondo) pubblicò uno studio che dimostra come .la chemioterapia causi “L’aumento della proteina WNT16B che interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali”. Quando il Sole24 Ore e poi altri giornali pubblicarono a loro volta i risultati dello studio, gli ‘scienziati’ insorsero, in particolare gli oncologi, affranti non perché si era scoperto un effetto che rendeva la chemio assai poco affidabile (e questo sarebbe stato comprensibile) ma perché se ne stava parlando, ‘togliendo agli oncologi l’unica arma a loro disposizione‘.

Ogni anno in Italia vengono diagnosticati oltre 350.000 tumori maligni più i tumori della pelle che per qualche motivo, che nessuno ha saputo spiegarci, sono calcolati a parte nelle statistiche ufficiali. Dopo aver letto le linee guida per i giornalisti, ci si chiede se la statistica delle guarigioni, secondo cui il 50% dei malati è ancora vivo a 5 anni di distanza dalla prima diagnosi sia vera o sia a sua volta edulcorata. Come dicevamo all’inizio, la percezione diretta è che di cancro si muoia molto più di quanto si guarisca, anche se è vero che negli ultimi anni soprattutto per il tumore al seno, quello alla prostata e quello alla tiroide, la percezione è che i casi di guarigione si siano moltiplicati… ma forse perché sono aumentati anche i casi di tumore…

Ma occorre rilevare che nella statistica non sono indicate le morti per altra causa imputabili all’invasività delle cure (la chemio notoriamente distrugge il sistema immunitario, la chirurgia asporta i singolo organi e compromette l’integrità complessiva dell’organismo). E poi, i pazienti non ospedalieri? Chi certifica le cause della morte? E ancora, non esiste, e questa è una scelta precisa, una comparazione con la sopravvivenza a 5 anni di chi rifiuta le cure ufficiali o addirittura ogni genere di cura.

La vera prevenzione, di cui la comunità scientifica dovrebbe e potrebbe essere protagonista, sarebbe quella della messa al bando del sostanze che hanno fatto (noi non siamo politicamente corretti) del cancro il male del secolo. Liberare aria cibo e bevande da agenti chimici, cancerogeni o dagli effetti sconosciuti (e non c’è solo il cancro, esistono numerosissime sostanze mutagene altrettanto pericolose), togliere ai bambini il cibo-spazzatura, liberarci dall’inquinamento elettromagnetico, utilizzare sempre e comunque il principio di precauzione prima di introdurre sul mercato sostanze potenzialmente tossiche.

Questo dovrebbe avvenire, ma non avviene e non avverrà, perché l’industria è ormai strutturata in maniera tale da non poter fare a meno delle migliaia di sostanze chimiche impiegate. E inoltre esistono gli interessi di big pharma, dei ricercatori, degli oncologi, tutte categorie che non hanno nessuna intenzione di tirare il collo alla loro gallina dalle uova d’oro.

Fonti: I° Seminario regionale dell’Emilia Romagna “Informare sul cancro. Come comunicare le nuove prospettive in oncologia attraverso i media” 19 giugno 2019, direzione scientifica di Carmine Pinto, direttore Oncologia Medica Ausl-Irccs di Reggio Emilia

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