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I padri della patria/1 Alcide De Gasperi: fu filo Asburgo, razzista, antisemita e s’imboscò in Vaticano… I padri della patria/1 Alcide De Gasperi: fu filo Asburgo, razzista, antisemita e s’imboscò in Vaticano…
BLOG: I padri della Patria – Franco Slegato Il nome di Karl Lueger ( (Vienna, 24 ottobre 1844 – Vienna, 10 marzo 1910) non dirà probabilmente nulla al 909% dei... I padri della patria/1 Alcide De Gasperi: fu filo Asburgo, razzista, antisemita e s’imboscò in Vaticano…

BLOG: I padri della Patria – Franco Slegato

Il nome di Karl Lueger ( (Vienna24 ottobre 1844 – Vienna10 marzo 1910) non dirà probabilmente nulla al 909% dei nostri lettori. Bene, siamo qui per colmare una lacuna.

Karl Lueger

Austriaco, fu uno dei massimi esponenti del partito Cristiano Sociale, e caratterizzò tutta la sua azione a partire da una fortissima carica anti-semita. Si dichiarava seguace nientemeno che di Edouard Dumont,

IL giornale antisemita di Edouard Drumont

fondatore della lega antisemita francese. Le sue posizioni erano così estreme, che per ben 4 volte l’Imperatore si rifiutò di ratificare la sua elezione a sindaco. M alla quinta volta nel 1897 e, dopo un’intercessione personale di Papa Leone XIII, finalmente il veto cadde. Per dire di quanto fosse legato alla Chiesa, Lueger è oggi sepolto a Vienna in una chiesa, quella di San Carlo Borromeo (chiamata anche Chiesa commemorativa del dottor Karl Lueger).

Alcide De Gasperi (il trentino faceva allora parte dell’Impero Austro-Ungarico) già trentenne, era un suo fedele seguace, e venne eletto deputato per il partito Popolare trentino, alleato con i Cristiano-Sociali di Vienna.

Alcide De GAsperi (1881 – 1954)

De Gasperi era molto attivo, e dirigeva il giornale Il Trentino, le cui posizioni erano filo-austriache e assolutamente contrarie all’annessione della regione all’Italia. Cercò per quanto possibile di evitare che l’Italia entrasse in guerra contro l’Austria nel 1915, e fu nemico giurato di Cesare Battisti. Fu solo al crollo dell’Impero, successivo alla sconfitta subita nella Grande Guerra, che Alcide De Gasperi si convertì al diritto alla causa nazionale italiana.

Eletto deputato per il Partito Popolare nel 1922, votò la fiducia al primo governo Mussolini. Dopo poco, il Partito Popolare passò all’opposizione, e De Gasperi entrò nel mirino dei fascisti, che non gli perdonavano le sue antiche posizioni filo-austriache, e la sua attività, peraltro assai blanda, di oppositore politico. Venne arrestato nel 1927, per possesso di documenti falsi e tentativo di espatrio ‘per motivi politici’ (in base a una legge dell’800 che portava il nome di Zanardelli). Scontò 16 mesi, e venne scarcerato ma sottoposto a sorveglianza. Venne assunto alla biblioteca Vaticana, e la sua attività dava così poco fastidio al regime fascista che già nel 1933 l’OVRA smise di interessarsi di lui. D’altronde, gli annali ricordano alcuni suoi articoli di politica estera pubblicati su “L’Illustrazione Vaticana” in cui si schiera decisamente in difesa di Francisco Franco, il generale, poi dittatore spagnolo strettamente legato alla Chiesa.

Invano i nostri lettori cercherebbero nelle biografie ufficiali, tracce dell’antisemitismo di De Gasperi, che pure è facile intuire dalle sue frequentazioni negli anni della sua formazione e successivi. Chi ne ha parlato (due brevi saggi nel volume Alcide De Gasperi: un percorso europeo), l’ha fatto esclusivamente per giustificarlo con questo tipo di argomento: Non si può accusare De Gasperi di Antisemitismo «Per il semplice motivo che certe convinzioni erano patrimonio comune di un ambiente in cui De Gasperi era nato e si era formato. Ricordo che fino agli anni Sessanta a Trento è stato diffuso il culto del Beato Simonino, basato sul clamoroso falso storico di un bambino che sarebbe stato assassinato ritualmente dagli ebrei. E nella Vienna d’inizio secolo dei cristiano-sociali era ampiamente diffusa l’intolleranza verso un gruppo che rappresentava la modernità, il cosmopolitismo e che inficiava le sicurezze della tradizione». (Pomben)

In questo modo, se ci è concesso, non si può neppure accusare Hitler di antisemitismo, né Himmler, né nessun altro, dato che quel clima, qeill’ambiente, formarono tutti i protagonisti dell’epoca.

Invece gli articoli scritti da De Gasperi o pubblicati sul “Il Trentino”, giornale da lui diretto non lasciano spazio alcuno ai dubbi.

«Noi non siamo contro gli ebrei perché d’altra religione e d’altra razza ma dobbiamo opporci ch’essi coi loro denari mettano il giogo degli schiavi sui cristiani» (1906). A Firma del Direttore, “Spectator”

Spremendo in un torchio ebrei e liberali, mandano un succo molto acido
che puzza maledettamente da massonismo. I fatti lo dimostrano. È noto
come a Trieste, per combattere i ricreatori cattolici, la sinagoga s’unì ai
liberali e piantò un ricreatorio laico […]. Ecco lo scopo losco dei ricreatori
laici! Non educare e istruire la gioventù, ma colle moine e coi divertimenti
scristianizzare le future speranze”

“Mentre i 180 mila cattolici di Trieste hanno sei chiese parrocchiali, i 7 mila ebrei, non contenti delle 5 sinagoghe, vanno edificando la sesta nei pressi del giardino pubblico. La fabbrica sarà grandiosa ed ha da simboleggiare l’onnipotenza della Tribù a Trieste.
A due passi però dalla sinagoga sorgerà la chiesa del S. Cuore e se la
sinagoga dirà che il giudeo vuole comandare a Trieste, la chiesa risponderà
che lo spirito cristiano va ridestandosi anche fra noi”
.

A chi volesse attribuire alla giovane età questa tipo di idee (sempre che 35 anni fossero una giovane età) toccherà necessariamente replicare con altri scritti, questi addirittura del 1938.

e Gasperi registra il miglioramento delle condizioni economiche dell’Austria in seguito all’esproprio dei beni degli ebrei. Nel testo si dice che «La liquidazione delle fortune ebraiche allarga le prospetti­ve degli affari per gli altri e i posti di avvocati e di medici rimasti vacanti aprono uno sfogo alle carriere». L’articolo a firma Spectator, è del luglio 1938.

Nello scritto 2 (agosto 1938), propone di rifarsi all’elemento universalista del fascismo che «può nu­trirsi delle vive tradizioni della Roma cristiana». De Gasperi auspica che «il razzismo italiano si attui in prov­vedimenti concreti di difesa e di valorizzazione della nazione». Siamo a pochi mesi dalle leggi razziali, ma secondo De Gasperi “discriminare non significa perseguitare” e “il governo fascista non ha nessun piano persecutorio contro gli ebrei”, ma penserebbe soltanto ad una specie di “numerus clausus”. (Spectator).

Com’è noto, De Gasperi uscì dal Vaticano quando ormai i giochi erano fatti. Fu fra i fondatori della nuova Democrazia Cristiana (filiazione del Partito Popolare già attiva negli anni ’20), e fu il Presidente del Consiglio simbolo della Repubblica nata dalla Costituzione antifascista. Non pervenuta una sua qualche partecipazione alla resistenza.

Chiude qui la prima puntata della mia rubrica “I padri della Patria”. Si può già intuire quale sia la radice dello schifo in cui ci troviamo? Beh, non perdetevi le note su Togliatti di prossima pubblicazione.

Fonti: Enciclopedia Treccani; Società di Studi Trentini (pdf riviste); L’Avanti on-line; Il Cattolicesimo politico Tentino, Maurizio Cau; L’Adige.