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I furbetti dello stage facile I furbetti dello stage facile
Ogni anno sono oltre 300mila gli stage attivati in Italia, ma nel 90% dei casi nascondono un abuso. Al candidato viene offerto un tirocinio... I furbetti dello stage facile

Ogni anno sono oltre 300mila gli stage attivati in Italia, ma nel 90% dei casi nascondono un abuso. Al candidato viene offerto un tirocinio formativo che però si rivela essere un vero e proprio rapporto di lavoro alla stregua degli altri colleghi, ma senza diritti né giusta retribuzione. Secondo gli ultimi dati disponibili, sono infatti 368mila i tirocini attivati sul nostro territorio, di cui solo il 9% ha avuto una regolare trasformazione in contratti stabili. Il tirocinio formativo viene inserito per la prima volta in Italia tramite il pacchetto Treu, che prende nome dal senatore del partito democratico ex ministro del lavoro ed ex commissario straordinario dall’INPS Tiziano Treu. Si evidenzia successivamente un vuoto normativo, che portò inesorabilmente ad una poco chiara definizione delle linee guida in materia di tirocini. Fu così che intervenne la conferenza Stato-Regioni introducendo un indennità di partecipazione non inferiore ai 300 euro lordi mensili. Ma non impose gli obblighi sulla finalizzazione di tale strumento e cioè assunzioni e stabilizzazioni. Risulta quindi ancora uno strumento per rendere le aziende più competitive e a farle risparmiare sulle spese di personale. Sono in molte tra piccole medie e grandi imprese (per finire ai piccoli commercianti di quartiere) ad usufruire di questo strumento che risulta essere molto più che appetibile e che, se utilizzato illecitamente, può essere utile ad incrementare i propri introiti, in quanto questa modalità di arruolamento, oltre a non prevedere di fatto la stipula di un vero e proprio contratto di lavoro, esonera dal pagamento dei contributi.

Tutto questo a discapito del lavoratore che in moltissimi casi ha già maturato precedentemente le esperienze formative, ma che dovrà comunque sottostare ad un trattamento economico indegno rispetto alle proprie competenze, e che, con tutta probabilità non vedrà mai tramutato il proprio stage in contratto stabile per far posto al prossimo malcapitato di turno da spremere fino all’osso.