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I benefici effetti del digiuno terapeutico I benefici effetti del digiuno terapeutico
Nicoletta Ferroni e Alfonso Guizzardi Il digiuno terapeutico, che consiste nell’astenersi in maniera programmata e controllata dall’assunzione di cibo per periodi varianti da 1... I benefici effetti del digiuno terapeutico

Nicoletta Ferroni e Alfonso Guizzardi

Il digiuno terapeutico, che consiste nell’astenersi in maniera programmata e controllata dall’assunzione di cibo per periodi varianti da 1 fino a 7 giorni, è una pratica che sta prendendo sempre più piede. E ha degli eccezionali effetti sul nostro corpo e sulla nostra mente.

Effetti sul fisico
Che cosa accade durante il periodo in cui ci asteniamo dal cibo?
Innanzitutto si ha l’eliminazione di accumuli tossici (tossine,
metalli, ecc.) nei liquidi (sangue, linfa, liquido interstiziale) per
l’intensificazione dell’attività degli emuntori5. Le riserve di grasso
in eccesso si sciolgono e si eliminano gli accumuli abnormi e
tossici all’interno sia dei tessuti, sia delle cellule; se questi accumuli
sono notevoli, dal momento che per essere eliminati devono
prima riversarsi nel sangue, possono determinare un’alterazione
transitoria dei valori ematochimici (in particolare l’acidità ematica
a seguito della chetosi; acetone, aceto acetato e 3-B-idrossibutirrato
aumentano).
Potrebbero anche essere rimossi gli accumuli di colesterolo sulle
pareti dei vasi e di acido urico a livello delle articolazioni, e così
via. Questo avviene per il protrarsi della eliminazione attiva degli
emuntori; potrebbero però anche riacutizzarsi le infiammazioni
croniche che mano a mano iniziano ad orientarsi verso una
risoluzione.
Si eliminano germi e agenti patogeni infettivi e l’eliminazione di
vari focolai di infezioni, in particolare delle foci tonsillari e dentali, causa di molte patologie a distanza, grazie al miglioramento
immunitario che, eliminando le cellule invecchiate, porterebbe ad
un rinnovamento dei tessuti.
Si ha un miglioramento della rete capillare e degli scambi nutritivi
e respiratori a livello cellulare, della funzionalità dell’apparato
con riequilibrio della flora intestinale, sviluppo della flora simbiotica
ed eliminazione del “microbismo”, che causa infezioni e
intossicazione nell’intero organismo.
Dopo l’impegno iniziale, si ha anche un miglioramento delle funzioni
epatiche, per il fatto che le notevoli capacità rigenerative del
fegato trovano a digiuno le condizioni ideali con il diminuito impegno
dell’organo, che non deve elaborare gli alimenti assorbiti.
Talvolta potrebbe anche avvenire l’eliminazione di formazioni
patologiche, come calcoli e concrezioni, il riassorbimento o la riduzione
di neoformazioni benigne (quali cisti, noduli, fibromi, polipi,
eccetera).


Effetti sulla psiche
Durante un periodo di digiuno, specialmente se accompagnato da
un periodo di pratica meditativa, o anche solo da un periodo di silenzio
e acquietamento dal proprio vivere frenetico, tutte le energie
impegnate nel processo digestivo e nel correre da un impegno
all’altro sono improvvisamente disponibili e nello stesso tempo
subiscono un processo trasformativo consistente, ovvero abbiamo
maggiore quantità di energia; tale energia ha delle caratteristiche
proprie molto più sottili, di livello più elevato, ossia che si muove
verso un Altissimo (vedi l’intervista a Teodoro Mascarenhas di
cui sopra).
Ogni essere umano si relaziona con il mondo in ragione di dinamiche
interne fra i propri tratti caratteriali che, a loro volta, si sono
costituiti in base a come sono stati vissuti gli eventi della vita,
ossia sul loro peso emotivo. Immaginiamo che una persona possa
essere cresciuta in orfanatrofio e che nutra una profonda rabbia
nei confronti delle istituzioni, oppure che un’altra persona abbia
imparato che essere seduttiva e manipolatoria possa portarle ciò
che apparentemente chiede. Costoro impiegano una quantità variabile
di energia, prevalentemente fornita all’organismo dal cibo,
che verrà impiegata per mantenere il sistema stesso, in una autoconservazione che non avrà mai fine, se non per una causa esterna
al sistema stesso. Il digiunare in un qualche modo riduce la quantità
di energia disponibile alla conservazione del sistema, fornisce
un importante elemento di rottura rispetto ad una routine
nutritiva e sociale, dà la possibilità alla persona di riorganizzare
il proprio corpo, i propri pensieri e le proprie emozioni in maniera
più funzionale per essa stessa.
Digiunare, se si è persone sane e se non vi sono problemi di salute,
sotto il controllo di un medico può essere un’importante pratica
trasformativa. Le energie impiegate per mantenere un equilibrio
fra i tratti caratteriali non esistono più nel modo in cui esistevanoo
prima e il sistema di relazione fra i tratti stessi inizia a cambiare.
Molte persone che hanno introdotto brevi astensioni dal cibo raccontano
di un aumento del senso del gusto e dell’olfatto, una maggiore
limpidezza dei propri pensieri, una calma interiore ed una
pace spesso mai conosciuta, una cordialità ed un concentrarsi sui
valori importanti della vita nuova e rinvigorente. Sempre riportano
di un’onda di nuova energia che le accompagna e di uno stile di
vita più armonico nella relazione con sé stessi e con gli altri.

A chi volesse provare, consigliamo di farlo per uno, massimo due giorni, verificando quantomeno l’inizio dei fenomeni di cui abbiamo detto. Tenendo presente che il primo giorno è sempre il più difficile.

Per proseguire, in oltre i 3 giorno, è consigliabile un consulto col proprio terapeuta per individuare eventuali accortezze che possano rendersi necessarie.

Nicoletta Ferroni e Alfonso Guizzardi