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Traduzione in italiano del documento Guerrilla Open Access Manifesto scritto da Aaron Swartz nel 2008, programmatore ed attivista statunitense, arrestato per aver condiviso 4,8... Guerrilla Open Access Manifesto

Traduzione in italiano del documento Guerrilla Open Access Manifesto scritto da Aaron Swartz nel 2008, programmatore ed attivista statunitense, arrestato per aver condiviso 4,8 milioni di articoli scientifici sottratti al database JSTOR. Rischiando 35 anni di carcere e un’ammenda di 1 milione di dollari, Swartz si è tolto la vita durante il Gennaio del 2013.

L’informazione è potere. Ma, come per tutti i poteri, ci sono quelli che vogliono tenerla per se stessi. L’intero patrimonio scientifico e culturale, pubblicato attraverso i secoli su libri e giornali, è stato sempre più digitalizzato e bloccato da un pugno di società private. Volete leggere i giornali che ospitano i più famosi risultati scientifici? Dovete mandare enormi somme di denaro ad editori come Reed Elsevier.

C’è chi lotta per cambiare tutto ciò: L’Open Access Movement ha combattuto valorosamente per assicurarsi che gli scienziati non cedessero i loro diritti d’autore, ma che invece garantissero che il loro lavoro fosse pubblicato su Internet, sotto termini che ne consentissero l’accesso a chiunque. Ma anche nella migliore delle ipotesi, il loro lavoro avrà valore solo per le pubblicazioni future.

Un prezzo troppo alto da pagare. Obbligare i ricercatori a pagare per leggere il lavoro dei propri colleghi? Setacciare intere biblioteche, ma permetterne l’accesso solo alla gente di Google? Fornire articoli scientifici a coloro che lavorano in università d’elite nel Primo Mondo, ma non ai bambini del Sud Globale? Oltraggioso ed inaccettabile.

“Sono d’accordo”, dicono in molti, “ma, cosa possiamo fare? Le aziende che detengono i diritti d’autore, guadagnano enormi somme di denaro tassando gli accessi, ed è perfettamente legale – non c’è nulla che possiamo fare per fermarli.” Ma c’è qualcosa che possiamo fare, qualcosa che è già stato fatto: possiamo contrattaccare.

A  tutti coloro che hanno accesso a queste risorse (studenti, bibliotecari, scienziati), è stato dato un privilegio. Vi nutrite al banchetto della conoscenza mentre il resto del mondo viene tagliato fuori. Ma non ne avete bisogno, anzi, moralmente, non potete tenere questo privilegio per voi stessi. Avete il dovere di condividerlo con il Mondo. Dovete: scambiare le password con i colleghi, accontentare le richieste di download degli amici.

Ma tutte queste azioni vanno compiute di nascosto, nell’oscurità. Viene chiamato furto o pirateria, come se condividere un gran numero di conoscenze fosse l’equivalente morale di arrembare una nave ed assassinarne l’equipaggio. Ma la condivisione non è immorale, è un imperativo morale. Solo le persone avidamente cieche, si rifiuterebbero di lasciarne una copia ad un amico.

Le grosse corporazioni, chiaramente, sono accecate dall’avidità. Le leggi sotto le quali operano, lo richiedono, se ciò non fosse i loro azionisti si rivolterebbero. E i politici, comprati da esse, fanno passare leggi che danno loro l’esclusivo potere di decidere chi possa fare delle copie.

Non c’è giustizia nel seguire leggi ingiuste. È giunta l’ora di uscire allo scoperto, e nella grande tradizione della disobbedienza civile, dichiarare il nostro dissenso contro questo furto privato di cultura pubblica.

Abbiamo bisogno di acquisire le informazioni, ovunque esse siano,  fare le nostre copie e condividerle con il mondo. Abbiamo bisogno di prendere ciò che non è sottoposto a copyright ed aggiungerlo all’archivio. Abbiamo bisogno di acquistare database segreti e metterli sul Web. Abbiamo bisogno di scaricare riviste scientifiche e ricaricarle  sulle reti di condivisione file. Abbiamo bisogno di lottare per il Guerrilla Open Access.

Con abbastanza di noi, sparsi del mondo, non solo manderemo un forte messaggio contro la privatizzazione del sapere, ma la renderemo anche un ricordo del passato. Ti unirai a noi?

Aaron Swartz

Luglio 2008, Eremo, Italia