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Gaetano Manfredi: il Ministro per la Ricerca che allontana i ricercatori invisi a Monsanto Gaetano Manfredi: il Ministro per la Ricerca che allontana i ricercatori invisi a Monsanto
C’è un enorme scheletro nell’armadio del nuovo Ministro, già Magnifico Rettore dell’Università Federico II di Napoli. Si chiama Federico Infascelli. Vi raccontiamo tutta la... Gaetano Manfredi: il Ministro per la Ricerca che allontana i ricercatori invisi a Monsanto

C’è un enorme scheletro nell’armadio del nuovo Ministro, già Magnifico Rettore dell’Università Federico II di Napoli. Si chiama Federico Infascelli.

Vi raccontiamo tutta la storia.

Un professore dell’Università di Napoli, Federico Infascelli, esperto di nutrizione animale, pubblica, siamo all’inizio del 2015, con un’équipe di ben dieci colleghi, una ricerca in cui dimostra i problemi derivanti all’uomo nell’ingerire carne di animali nutriti con prodotti geneticamente modificati, mercato di cui la Monsanto è leader.
La reazione è immediata e durissima, ed arriva attraverso Elena Cattaneo, una vera e propria corazzata della cosiddetta scienza ufficiale, un curriculum da far impallidire Madame Curie, senatrice a vita, legami strettissimi tanto con le Istituzioni politiche quanto con le industrie farmaceutiche.
Biologa e farmacista, si occupa di cellule staminali, per la precisione “La sua attività di ricerca è incentrata allo studio delle cellule staminali neurali, alla loro potenziale applicazione, e all’analisi dei meccanismi di neurodegenerazione nella Corea di Huntington” Occasionalmente però non nega il proprio alto appoggio alle multinazionali e in particolare la troviamo nella commissione Agricoltura del Senato. In questa sua veste, diciamo così, di non-esperta di successo, ascolta una relazione di Infascelli e pochi giorni dopo rende pubblica una lettera al professore in cui, pur ricordando a se stessa di non essere una genetista, attacca pesantemente la sua relazione e la ricerca che ne sta alla base. Ma in realtà si tratta di qualcosa di molto diverso da una semplice “lettera”. E’ un vero e proprio contro-studio, frutto di un lavoro certosino e complesso, che non si spiega in alcun modo in riferimento all’attività di ricerca e agli impegni di una scienziata del suo calibro.

Questo documento risulta in tutta evidenza come il frutto di un lavoro collettivo, ed il suo scopo dichiarato è quello di ‘riabilitare’, rispetto alle conclusioni di Infascelli, l’utilizzo del mais transgenico nei mangimi per gli animali, e precede di pochi mesi l’intervento di tutta l’orchestra della Monsanto, che si troverà nella necessità di contrastare contemporaneamente il parere ufficiale dell’Agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro, che definiva il principio attivo dell’erbicida più diffuso al mondo, il RoundUp, genotossico, cancerogeno per gli animali e “probabile cancerogeno” per l’uomo. Ora, sarà un caso e sicuramente Elena Cattaneo si muove sua sponte e per puro amore della scienza, ma resta il fatto che la Monsanto stanzia in quei giorni 250.000 dollari con cui va a ricompensare quelli che pubblicano su riviste prestigiose articoli che difendono i suoi prodottti.
Dal giorno dopo la denuncia di Elena Cattaneo, è tutto un fiorire di accuse, di prese di distanza, di attacchi, fino al momento in cui il Rettore dell’Università di Napoli sospende Infascelli dalla cattedra e dallo stipendio.
E’ ufficiale: la ricerca è falsa.
No, una commissione dice che forse non proprio falsa, solo un po’ approssimativa.
No, forse non è approssimativa, forse e solo un autoplagio.
No forse l’autoplagio riguarda solo un paio di foto.

Ma il clamore è stato altissimo, ed il risultato è stato raggiunto.
La ricerca di Infascelli è squalificata, almeno dal punto di vista mediatico.
La vicenda del professor Infascelli ha però una conclusione inattesa. Dato che il Magnifico rettore Gaetano Manfredi l’aveva sospeso dalla cattedra e ovviamente dallo stipendio, con gravissimo nocumento, il professore si è rivolto al TAR perché esaminasse la questione. Il Tar di Napoli, il 5 maggio 2017, l’ha assolto ed ha imposto all’Università di pagare anche le spese processuali.

Quindi i ricercatori sono avvisati. Non date dispiaceri al Ministro, solo ricerche politicamente corrette e dai risultati certi. D’accordo?
Franco Slegato