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Fioramonti: una scuola laica non può avere il crocifisso alle pareti delle aule Fioramonti: una scuola laica non può avere il crocifisso alle pareti delle aule
Grandi polemiche ha scatenato un’intervista radiofonica del nuovo ministro dell’Istruzione, l’economista Lorenzo Fioramonti, fino ad oggi noto soprattutto per la sua feroce contrarietà a... Fioramonti: una scuola laica non può avere il crocifisso alle pareti delle aule

Grandi polemiche ha scatenato un’intervista radiofonica del nuovo ministro dell’Istruzione, l’economista Lorenzo Fioramonti, fino ad oggi noto soprattutto per la sua feroce contrarietà a considerare il PIL come unico indice del benessere di una popolazione. Parlando alla trasmissione ‘Un giorno da pecora’, che intervista ogni giorno un politico, in maniera satirica ed irriverente, ha sostenuto che il Crocifisso in quanto simbolo religioso è divisivo, e dunque non deve essere appeso nelle aule di scuola.

Alla domanda, a quel punto provocatoria del conduttore Lauro, Fioramonti ha aggiunto che a suo parere anche la foto di Mattarella stonerebbe, in quanto porterebbe a una personalizzazione dell’idea di Stato cui i bambini debbono imparare a ispirarsi.

Le opposizioni hanno alzato alti lai, sostenendo che il Crocifisso è un simbolo identitario, qualcosa cioè che contraddistingue la cultura italiana e occidentale e che per questo va ostentato nelle aule e più in generale negli edifici statali. Chi scrive ha voluto consultare con accuratezza il Vangelo, ma non ha trovato alcun richiamo all’Italia né al fatto che Gesù intendesse sacrificarsi per l’identità di un popolo in particolare.

E dunque in che modo Gesù in croce sarebbe un segno distintivo di natura etnica o nazionale? Non è chiaro, anche perché secondo dati del 2018, “.a dichiararsi oggi Cattolici sono solo il 60,4% degli Italiani, e se la teuta islamizzazione del Paese resta solo uno spauracchio da agitare (tutte le altre religioni, Islam, Ebraismo, Buddismo, fanno in tutto il 6,4%) un italiano su tre (33,4%) non sente di appartenere ad alcuna confessione religiosa. Nel 2000, ossia 18 anni prima, a dichiararsi Cattolico era il 79,2% degli Italiani, quindi il trend è pesantemente negativo per i seguaci del Crocifisso, mentre a crescere fortemente è l’area della non-appartenenza (19% nel 2000).

Il Ministro Fioramonti sembra dunque fotografare una realtà, e come per la questione del PIL, le sue posizioni sono sempre stigmatizzate dalla compnente conservatrice della cultura nazionale.

O. N.