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Fascismo magico? Una cospirazione massonica Fascismo magico? Una cospirazione massonica
Il simbolismo magico enunciato in quella occasione rimarrà una costante del fascismo fino agli ultimi giorni di Salò Fascismo magico? Una cospirazione massonica

Il 23 marzo 1919 presso la sala del Circolo per gli Interessi Industriali Commerciali ed Agricoli di Palazzo Castani, al numero 9 di piazza San Sepolcro a Milano, venivano creati i Fasci di Combattimento. Rispondendo all’appello del Popolo d’Italia, quel giorno si diedero appuntamento un numero imprecisato di attivisti politici oscillante tra i quaranta e i trecento elementi, a seconda della fonte che si voglia utilizzare. Un grandissimo numero di loro era affiliato alla Massoneria, come avrebbe poi confermato nel 1922 il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Domizio Torrigiani parlando di “una centuria di massoni milanesi” fra i fondatori dei Fasci. Anche il luogo non era stato scelto a caso: il Circolo degli Interessi Industriali Commerciali e Agricoli era appunto una “sede notissima della Massoneria da dove erano ispirate tutte le “balaustre” del Grande Architetto per la metropoli lombarda e per la Lombardia” mentre il suo presidente, l’industriale israelita Cesare Goldman, era noto come “un patriarca della Massoneria”.

Le ricerche di Gerardo Padulo (“Dall’Interventismo al fascismo”, in AA.VV., “Storia d’Italia. Annali 21. La Massoneria”, Giulio Einaudi Editore.) hanno messo in rapporto la nascita dei Fasci di Combattimento con la frenetica attività cospiratoria delle Logge milanesi del G.O.I. Una riunione segreta si era tenuta infatti al Circolo Carlo Cattaneo di Milano il giorno 8 marzo. Quell’incontro era stato indetto da un sedicente “comitato provvisorio” in cui compaiono i nomi dei “fratelli” Cesare Rossi, Mario Giampaoli e Ferruccio Ferradini – che entreranno poi a far parte del Comitato Centrale dei Fasci di Combattimento – accanto a quello di altri illustri massoni come Luigi Natale Cattaneo e Alceste De Ambris, che dei neonati Fasci sarà l’ideologo. L’oggetto della discussione era come schiacciare la minaccia bolscevica in Italia.

Padulo considera la riunione segreta del Circolo Carlo Cattaneo come “un precedente organizzativo” della riunione di Piazza San Sepolcro (l’autore evidenzia infatti che i primi accenni di Mussolini a San Sepolcro compaiono sulle colonne del Popolo d’Italia nei giorni immediatamente precedenti alla circolare e successivi alla riunione del Circolo Cattaneo).

Dietro la nascita dei Fasci di Combattimento vi sarebbe quindi la regia delle Logge massoniche milanesi. Questo spiega perché “gli organici periferici del movimento fascista delle origini erano rappresentati prevalentemente dalle Logge massoniche… in esse si apprestavano, con taluni quadri dirigenti, non trascurabili mezzi amministrativi, si raccoglievano adesioni e consensi, si fucinavano disegni e progetti” (Sinibaldo Tino, “Il trentennio fascista. Rilievi e appunti”, Piccinelli, Roma, 1944). Nella sua analisi Padulo paragona il sistema di potere che la Massoneria italiana aveva intessuto fin dal 1859 a un fortino assediato da due eserciti – le forze socialiste e quelle clericali – e definisce i sansepolcristi “una pattuglia di guastatori, opportunamente mimetizzata, mandata nei campi nemici a produrre scompiglio e alleggerire la pressione sulle mura”. L’autore sottolinea anche il carattere contingente di questo mezzo: servirsi dei fascisti per il lavoro sporco e dar loro il ben servito non appena le condizioni “bloccarde” di inizio secolo fossero state nuovamente realizzabili. Affermazioni che si basano sia su fonti massoniche del tempo sia sull’oggettiva esistenza di numerosi punti di contatto tra i programmi politici dei socialisti e dei “mussoliniani”.

Ma torniamo a piazza Santo Sepolcro perché fu proprio lì che fa la sua comparsa un simbolo sacrale legato alla tradizione della Roma pagana: il fascio littorio. Perché prestare attenzione a ciò che potrebbe apparire un fatto meramente estetico invece che ai documenti storici? Perché il programma politico enunciato il 23 marzo 1919 fu presto accantonato, e quindi ebbe – su questo gli storici concordano – un carattere transitorio o addirittura truffaldino. Al contrario il simbolismo magico enunciato in quella occasione rimarrà una costante del fascismo fino agli ultimi giorni di Salò. Proprio perché il “sansepolcrismo” fu un complotto ordito dalla Massoneria, come certifica Padulo, la ricerca non può limitarsi a un piano esclusivamente profano, ma deve indagare anche i valori esoterici che condizionano il pensiero e l’azione degli attori di quei fatti storici, che sono appunto i massoni sansepolcristi.

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