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Estemporaneo elogio di Vittorio Sgarbi, in margine alla vicenda sulmonese Estemporaneo elogio di Vittorio Sgarbi, in margine alla vicenda sulmonese
Mirko Mocellin Sulmona. Vittorio Sgarbi è un uomo fuori dal comune che connoterei fra le rare persone in possesso di una sensibilità tale da... Estemporaneo elogio di Vittorio Sgarbi, in margine alla vicenda sulmonese

Mirko Mocellin

Sulmona. Vittorio Sgarbi è un uomo fuori dal comune che connoterei fra le rare persone in possesso di una sensibilità tale da accentuare fino all’estremo limite i sentimenti.

Tre sono le categorie assolute fra gli uomini rispetto alla capacità di provare o suscitare sentimenti: estremamente buoni (rari), estremamente cattivi (rari) e mediocri (quasi tutta l’umanità).

Ora, distinguere fra estremamente buoni ed estremamente cattivi non è così facile come potrebbe sembrare, soprattutto se il giudizio è generato dai mediocri, come spesso accade.

Se la persona di alto livello, o di altissimo livello discorre secondo il suo grado effettivo di grandezza, chi è sotto di lui non capirà nulla, nemmeno se l’elevato in questione camminerà sulle acque o darà la vista ai ciechi, vedi la tragica fine sulla croce di Nostro Signore. Vi sarà sempre un elemento imprevisto che il mediocre, inconsciamente, preferirà normalizzare per non dover rischiare di affrontare questioni al di fuori della propria portata.
E normalizzare, in questo campo, vuol dire emarginare, perseguitare, financo uccidere.

Ma perché è difficile distinguere fra estremamente buoni ed estremamente cattivi? Perché chi è estremamente buono non può non essere in grado di concepire il male: la sua azione, quando sentimentalmente estrema, sarà decisa in base alla sua sua sensibilità, e potrà condurre ad un epilogo maligno o benigno ma sempre tragico, così come tragico è il sublime: trasposizione di amore, vita e morte.

Gli estremi si toccano inevitabilmente, strutturalmente, biologicamente: l’esempio più eclatante? Dio è creatore di tutto, del bene e del male; non sarebbe concepibile il bene senza il male, in mancanza di riscontro il bene non troverebbe appigli per il proprio senso.

Vittorio Sgarbi è a mio avviso una persona estremamente buona, la cui sensibilità lo ha portato ad amare, studiare ed interpretare le cose belle dell’ingegno sublime dell’arte, cioè le trasposizioni tragiche di cui sopra. Le reazioni esagerate sono grida di dolore per il fatto che il bello che lui intende, essendo di altissimo livello, non è raffigurato mai sul volto dei mediocri. Da qui la sua sofferenza, la provocazione continua, l’esposizione sarcastica di quello che sono gli scarti del mondo, le ingiustizie, la mediocrità imperdonabile di chi non comprende il dono di una tragica non-eternità, e vive banalmente.

E l’attacco delle mediocri sulmonesi alla mascherina di Sgarbi, ben oltre l’astuzia farisea del “picchiare con la regola esatta”, non è altro che un modo di normalizzare l’imprevisto fuori portata e di rubare, attaccando Gesù, piuttosto che i vari Barabba, qualche frammento di notorietà per mascherare la propria mediocrità.

Mirko Mocellin