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Loreto Giovannone, storico e blogger Sotto ogni militarismo, colonialismo, corporativismo sta la volontà precisa, da parte di una classe, di sfruttare il lavoro altrui,... English aid to Garibaldi, parte seconda

Loreto Giovannone, storico e blogger

ACCADEMIA DELLA LIBERTA': Segreti militari del Risorgimento Loreto ...
LOreto Giovannone

Sotto ogni militarismo, colonialismo, corporativismo sta la volontà precisa, da parte di una classe, di sfruttare il lavoro altrui, e ad un tempo di negargli ogni valore umano. (Centro internazionale di studi Primo Levi)

L’espansione dell’impero coloniale britannico, nella seconda metà dell’800, era in forte ascesa, la politica estera inglese imponeva il totale controllo su due punti fondamentali per le rotte marine della flotta commerciale: lo stretto di Gibilterra e il futuro canale di Suez. L’intera area del Mediterraneo e dello Ionio sulla rotta per Suez era sotto il controllo militare inglese. Questa la disposizione geografica: la Ducea di Nelson a Bronte per la Sicilia, Malta, la Repubblica delle Isole Ioniche, le sette isole della Grecia protettorato inglese furono un enorme presidio militare dell’Inghilterra fino al 1864 (imm. 1). Cipro dopo il 1878 fu base militare inglese durante l’espansione coloniale, tutt’oggi avamposto strategico navale su Suez nelle due aree della costa sud Akrotiri e Dhekelia).

L’Inghilterra finanzia l’insurrezione siciliana. Le somme a finanziare l’invasione del Regno due Sicilie furono enormi (imm. 2), è noto che i vertici militari borbonici si fecero corrompere con ingenti somme. I moti siciliani di cui il più noto è la rivolta della Gangia a Palermo dove il fontanaio Antonio Paso morente nell’ospedale civico di Palermo svelò il comitato dei mandanti il mandatario Farinella, il costo di seicento ducati per le spese di sedizione. (Giacinto De Sivo. Storia delle Due Sicilie 1847 – 1861, Edizioni Trabant 2009, pag. 38)

Francesco Crispi agente inglese. Crispi aveva fatto due volte il viaggio andata e ritorno fra Genova e la Sicilia con un falso passaporto britannico per organizzare sull’isola dei comitati rivoluzionari. Giuseppe Garibaldi, di cui ricorre domani il duecentenario della nascita, era pronto a salpare per la Sicilia solo a condizione di trovarvi una rivoluzione in atto.

(http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200707articoli/23305girata.asp)

Un codice segreto per comunicare. Il codice degli agenti segreti piemontesi consisteva in numeri inseriti in telegrammi commerciali. Il 28 aprile ne arrivò da Malta uno che diceva: «Offerti 160 barili rum America pence 45 venduti barili 66 inglesi 47 avanzate lire 114 barili 147. Non offerto brandy. Informazione richieste lire 99. Rispondete immediatamente». 160 voleva dire fallimento, 45 Palermo, 66 provincia, 47 non esisteva nel codice, 114 stava per rifugiati, 147 per Malta e 99 per nave. Il messaggio significava: «Completo fallimento a Palermo e in provincia. Parecchi rifugiati raccolti da navi inglesi sono arrivati a Malta. Non muovetevi». Ma il giorno dopo Crispi, pieno di entusiasmo, arrivò da Garibaldi affermando che 47 significava «successo» e sventolando a riprova una copia della Gazzetta di Torino, con il resoconto del trionfo della rivolta a Palermo (in realtà scritto a Genova dallo stesso Crispi). Reinterpretò il dispaccio così: «L’insurrezione, soppressa a Palermo, continua nelle province. Informazione raccolta da rifugiati arrivati a Malta su navi inglesi». «Allora dobbiamo dar loro man forte» commentò Garibaldi, e subito si accordò con la Rubattino per «sequestrare» due delle sue navi, il Piemonte e il Lombardo. Poi entrambe abbandonate ma lautamente ripagate a Rubattino.

Fu solo dopo essersi lasciati alla spalle Talamone, ultimo porto del nuovo Regno d’Italia, dove i Mille (finalmente) ottennero delle munizioni, che si cominciò a discutere di dove sbarcare una volta arrivati in Sicilia. C’era innanzitutto da preoccuparsi di evitare la flotta borbonica, forte di 50 navi con l’ordine di colare a picco il Piemonte e il Lombardo. Forse anche Cavour, che aveva da poco venduto Nizza dove Garibaldi era nato, preferiva Garibaldi come eroe defunto. In una riunione della mattina dell’11 maggio il capitano Castiglia raccomandò Marsala, nonostante la possibilità che vi fossero delle truppe nemiche e a dispetto della vicinanza del quartier generale di Trapani, perché i suoi moli (costruiti da John Woodhouse) erano adatti a uno sbarco senza bisogno di barche. Il marsala era molto popolare in Inghilterra e sul mercato locale erano presenti “bagli” britannici come gli Ingham, i Woodhouse e i Wood (come i magazzini vinicoli Woodhouse e Ingham, Wood ). Un mese dopo la rivolta di Rissio a Palermo il generale Letizia, governatore di Trapani, era riuscito a ripristinare l’ordine a Marsala e a confiscare tutte le armi il 3 maggio.

(http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200707articoli/23305girata.asp)