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Elezioni regionali, molti sconfitti e nessun vincitore Elezioni regionali, molti sconfitti e nessun vincitore
L’esito delle elezioni regionali in Emilia e Calabria consegna alla vita di queste due regioni un futuro plumbeo. La vittoria di Bonaccini in Emilia... Elezioni regionali, molti sconfitti e nessun vincitore

L’esito delle elezioni regionali in Emilia e Calabria consegna alla vita di queste due regioni un futuro plumbeo.

La vittoria di Bonaccini in Emilia garantisce la continuità di un sistema di potere clientelare ben collaudato, basato sull’alleanza di Coop, CGIL, PD, Banche popolari, che emargina chiunque non stia allineato, e si maschera di buoni sentimenti e etica ambientalista, mentre massacra il territorio e i diritti dei lavoratori (i soci lavoratori delle cooperative, completamente privi di garanzie e di difesa sindacale).

In Calabria, la vittoria della Santelli, con percentuali bulgare, è in perfetta continuità affaristico mafiosa con la giunta piddina precedente, e cancella ogni speranza di riscossa legalitaria per una regione mafiosa fin nei suoi più profondi recessi, al punto che persino il candidato proposto dal M5S è stato giudicato non idoneo dal Presidente Morra, per i suoi legami (non dichiarati (e questo è stato giudicato imperdonabile) con parenti ‘ndranghetisti.

Ma Salvini, che aveva trasformarto nelle elezioni del secolo quelle in Emilia, ne esce con le ossa rotte, con una sconfitta che non ammette giustificazioni, e che avrebbe potuto invece essere poca cosa senza il carico da referendum sulla sua persona da lui incautamente imposto. Che il citofonista si dichiari comunque contento, è una di quelle boutades politiche che costellano la storia di questo povero paese.

La Calabria, in quest’ottica, è un ben misero bottino, e oltretutto la Presidente è donna di Forza Italia, ossia del partito Berlusconi-Dell’Utri.

Il M5S, ridotto a percentuali ridicole, nonostante rivendichi di avere portato al traguardo decine di leggi importanti, è ben oltre la prevedibile crisi di nervi. Il povero Crimi si affanna a tenere insieme i cocci, ma non può neppure azzardare un’autocritica, mentre i big stanno in silenzio in attesa della resa dei conti che si dovrebbe avere in marzo, con gli Stati Generali, quel congresso che consentirà di chiudere la stalla, ma dopo che i buoi sono scappati. Mentre Di Maio addirittura rivendica di aver avuto ragione a proporre di non partecipare (perché così avrebbe potuto far finta di niente?…), i vertici del PD ringraziano le sardine (mistero buffo) e cominciano ad affondare i denti nel collo del M5S.

Ma senza i voti del M5S alle elezioni politiche la vittoria della destra sarebbe (sarà?) schiacciante, e festeggiare e approfittare del tracollo dell’attuale partner di governo per indebolirlo ulteriormente è la cosa più demenziale che possano fare Zingaretti & C. Ed infatti è quello che stanno facendo: TAFAZZI for ever.