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Distanze vicine e vicinanze lontane: l’era delle popolazioni ambivalenti Distanze vicine e vicinanze lontane: l’era delle popolazioni ambivalenti
di Yari Ferrone - Psicologo clinico Yari Ferrone, psicologo clinico, specializzando in psicoterapia psicoanalitica interpersonale. Attualmente svolge la libera professione in videoseduta e telefonicamente... Distanze vicine e vicinanze lontane: l’era delle popolazioni ambivalenti
di Yari Ferrone - Psicologo clinico    

Yari Ferrone, psicologo clinico, specializzando in psicoterapia psicoanalitica interpersonale. Attualmente svolge la libera professione in videoseduta e telefonicamente offrendo servizio di supporto psicologico e psicoterapia per adulti e adolescenti sotto supervisione dei docenti S.P.I.G.A. (Società di Psicoanalisi Interpersonale e Gruppoanalisi).
Collabora con una struttura psichiatrica riabilitativa “Morrone” occupandosi di clinica delle psicosi, periodicamente conduce laboratori di arte sperimentale presso DLF a Sulmona e lavora come docente di psicologia e comunicazione presso un centro di formazione professionale della regione Lazio.

Uomo alla finestra – Gustave Caillebot

In viaggio da fermi il tempo scorre, e direi anche piuttosto velocemente. Una grande finestra del mio salotto si affaccia sull’ingresso di un noto supermercato.
La sensazione è quella di sentirmi un privilegiato perché vuoi per questa ragione, vuoi per motivi di lavoro, in qualche modo continuo a vedere della gente. Ma da dietro la finestra, sottratto ad ogni rischio di contagio, la tranquillità mi consente di osservare le persone che, faticando a riconoscersi per via di occhiali e mascherine, sembrerebbero desiderose di avvicinarsi.

Dunque: ciò che osservo è un tentativo di parlarsi separati da distanze di alcuni metri e ciò che mi colpisce è proprio il fatto che tutti guardano tutti, cosa che prima non accadeva affatto! Ancor più sorprendente è che nessuno è isolato sul proprio cellulare, e tutti si osservano a stento con uno sguardo un po’ adombrato!!

Renè Magritte

Dall’alto sembrerebbe un grande gioco di gruppo in cui la posizione di ogni membro incide ed è responsabile dello stato di ogni singolo individuo. E c’è anche il conduttore, che nel caso del supermercato sarebbe quel distinto ragazzo che gestisce le entrate e le uscite della gente, onde evitare pericolosi assembramenti. Un ruolo di non poco conto perché il suo vigilare al meglio i movimenti garantisce una diminuzione delle probabilità di contagio, e questo non è che sia questione semplice o sottovalutabile.

Da buon conduttore egli sa anche come intrattenere un pubblico che si affida totalmente alla sua gestione; inoltre sa bene come rendere piacevole l’attesa utilizzando una genuina gentilezza che diverte e rassicura. Mentre sono tutti a distanza, come fosse un esperto in dinamiche di gruppo, in qualche modo sa come promuovere vicinanza.

Marcel Duchamp

Io vedo che le persone si parlano lontane, perché una condizione che accomuna crea comunione e comunanza: nel gergo comune, la cosiddetta comunella!

Dov’e finita l’indifferenza che prima delineava sgarbatamente ogni differenza? Ora che ognuno rappresenta un pericolo per l’altro, oggi che l’altro è un pericolo per tutti, ora che tutti siamo potenziali pericoli per noi e per gli altri, eccoci inondati dal bisogno di stare vicini! Contraddizioni sensazionali sommate ad ambivalenze sentimentali stanno facendo del mondo una massa che non si riconosce proprio nel momento che vorrebbe farlo, proprio quando non gli è concesso.

La Vucciria – Renato Guttuso

Non ricordo chi diceva che è nella natura dell’umano non volere quando è possibile e desiderare quando invece siamo impossibilitati ad avere. Sembrerebbe vero, insomma, che tendenzialmente diamo per scontato ciò che abbiamo fino al punto di disprezzarlo se non addirittura rifiutarlo e che, al contrario, ci mordiamo i gomiti quando ciò che credevamo di non volere all’improvviso svanisce e noi istintivamente cominciamo a ricercarlo!

Meglio vivere di rimpianti o meglio vivere di rimorsi?… mi chiedeva scherzosamente un vecchio amico nei lontani primi anni universitari! Come a dire: è meglio pentirsi di qualcosa che abbiamo fatto oppure di qualcosa che abbiamo preferito evitare? Analogamente a questo quiz sentimentale, distanze e vicinanze tra le persone assumono un simile significato. Come se l’obbligo di distanza risvegliasse il rimpianto di non essere stati attenti e vicini all’altro quando si poteva, oppure il rimorso di averlo disprezzato o rifiutato quando invece si sarebbe potuto evitare oppure agire nella direzione contraria.

Il figliuol prodigo – Giorgio De Chirico

Sinteticamente e sinceramente potremmo dire che ci prendiamo un po’ in giro e che siamo poco padroni di quello che siamo, poco consapevoli di ciò che desideriamo. I media non fanno altro che parlare di distanziamento sociale e a mio avviso questa definizione appare piuttosto fuori luogo. Probabilmente si tratta di una confusione concettuale in quanto ciò che è davvero distante al momento è solo il corpo, e quindi parlare di distanziamento corporeo forse risulterebbe più adeguato.

La passeggiata – Marc Chagall

La distanza appare relativa nel momento storico che stiamo attraversando e paradossalmente ora siamo in grado di riconoscere l’altro più che mai. Perché non vederlo ci consente di immaginarlo, di ricordarlo, desiderarlo ed apprezzarlo.

Sarò forse troppo contaminato da idealismo? È possibile che sentimenti opposti stiano dietro le quinte di uno spettacolo ancora tutto da vedere? Ma il sipario si aprirà lentamente e a noi non rimane che pazientare!

Per ora sostiamo sull’immagine celata dalle mascher(ine) indossate, che  risvegliano  quella curiosità dei volti incastonati nella profondità degli sguardi perduti!

She knew what was expected – Maggie Taylor

Dott. Yari Ferrone

Studio: Sulmona – L’Aquila
tel. 340.7722712
email: yari.ferrone@hotmail.it