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Crisi: salvare le comunità locali grazie alla moneta parallela. Il sindaco di Castellino del Biferno, Enrico Fratangelo, lancia il Ducato Crisi: salvare le comunità locali grazie alla moneta parallela. Il sindaco di Castellino del Biferno, Enrico Fratangelo, lancia il Ducato
di Franco Slegato “Crisi”, ossia momento in cui un vecchio ordine collassa, e c’è spazio per creare qualcosa di nuovo. In cinese, guarda caso,... Crisi: salvare le comunità locali grazie alla moneta parallela. Il sindaco di Castellino del Biferno, Enrico Fratangelo, lancia il Ducato

di Franco Slegato

“Crisi”, ossia momento in cui un vecchio ordine collassa, e c’è spazio per creare qualcosa di nuovo. In cinese, guarda caso, la parola ‘crisi’ è sinonimo di ‘opportunità’. Questo deve aver pensato Enrico Fratangelo, sindaco di un paese di 550 abitanti in provincia di Campobasso, Castellino del Biferno.

“Quello che non aveva Auriti, era di potersi occupare del SIMEC con a disposizione un’amministrazione comunale”. Questo ci dice il sindaco Fratangelo, spiegandoci in che modo ha messo in atto quella che è una vera e propria piccola rivoluzione, qualcosa che aiuterà sicuramente a sopravvivere (e si spera a crescere) il suo paese – del quale è primo cittadino da molti mandati, eletto con una lista dal nome che già tutto un programma… “Movimento Insorgente”.

Questa rivoluzione si chiama “ducato”, una moneta locale spendibile solo all’interno del Comune di Castellino, emessa (nel vero senso della parola, in quanto munita di tutti gli accorgimenti che ne impediscono la falsificazione) quando il Governo ha dato ai comuni il contributo di emergenza destinato a chi non poteva far fronte alle spese indispensabili quotidiane.

Qualcuno ricorderà l’esperienza del Professor Giacinto Auriti, abruzzese di Guardiagrele, che alla fine del secolo scorso, dopo una lunga battaglia legale contro Banca d’Italia decise di sperimentare direttamente le sue idee sulla proprietà popolare della moneta, emettendo il SIMEC (moneta locale, acronimo di SIMbolo EConometrico) a Guardiagrele e scontrandosi inevitabilmente con il sistema politico bancario vigente. IL SIMEC venne dapprima considerato una moneta illegale, e sequestrato. Riconosciutene le caratteristiche peculiari, venne dissequestrato, ma ormai quasi ottantenne Auriti (che si ricorderà, fra l’altro, essere stato fondatore e Preside della facoltà di Giurisprudenza di Teramo) non proseguì nella sua pluridecennale attività.

Il Ducato è per molti aspetti simile al SIMEC, ma ha alle spalle un’amministrazione comunale che lo emette, lo distribuisce (come contributo alle persone in difficoltà) e lo garantisce.

Della fase dell’emissione abbiamo accennato: banconote stampate, plastificate e munite di segni distintivi irripetibili anticontraffazione; per la messa in circolazione, si passa attraverso i bonus assegnati ai cittadini in difficoltà (oltre 200 su 550) che ricevono il contributo (comprensivo di un fondo comunale e della quota, minoritaria del contributo statale) in ducati anziché in euro: gli esercizi commerciali del paese hanno firmato una convenzione col comune che li impegna ad accettare i ducati

L’idea di fondo è che una moneta locale in qualche modo ‘obbliga’, almeno parzialmente al consumo locale: la circolazione del Ducato, inoltre, nel momento in cui si basa sulla convenzione di valore (che è esattamente la teoria di Auriti: il denaro non ha alcun valore se non quello che gli è riconosciuto da chi lo utilizza) e quindi non richiede la conversione in Euro (ma solo la sua convertibilità) è denaro aggiuntivo nell’economia della cittadina, e quindi in una semplice prospettiva Keynesiana, funge da benzina nel motore e fa crescere gli scambi.

E’ evidente che siamo in una zona grigia, dal punto di vista del diritto di emettere moneta, esattamente quella zona in cui venne inizialmente inchiodato Auriti. Ma Fratangelo è assolutamente sicuro di non aver varcato alcuna linea, e ha inviato alla Magistratura ordinaria e a quella contabile tutti i documenti comunali relativi al Ducato, proprio perché possa esser monitorata la sua azione. “Fondamentale – ci ha detto – è aver agito in punta di diritto, con delibere, ordinanze e aggiustamenti del regolamento comunale, tutto approvato dalla giunta. Fondamentale è anche che non possa esserci né evasione né elusione fiscale: i commercianti battono i loro scontrini in Euro, e possono cambiare quando vogliono i Ducati in Euro venendo in Comune”.

Enrico Fratangelo appare entusiasta dei risultati sin qui raggiunti. Ha in mente altri strumenti per aiutare l’economia del paese, fra cui dei bond (titoli) comunali per aiutare negli investimenti i cittadini che abbiano buone idee e non abbastanza soldi disponibili. Li chiama “Borbone-bond” a sottolineare il suo attaccamento al Molise (“Contato del fu Regno di Napoli” ci dice…) e al Sud. (1)

(1) Chi legga su questo sito il blog di Loreto Giovannone si familiarizzerà presto con questi argomenti)

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