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Confermato: Di Maio si dimette dal ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle Confermato: Di Maio si dimette dal ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle
Luigi Di Maio, nella riunione con i ministri e i sottosegretari del M5S tenutasi questa mattina alla Farnesina, ha anticipato le sue dimissioni da... Confermato: Di Maio si dimette dal ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle

Luigi Di Maio, nella riunione con i ministri e i sottosegretari del M5S tenutasi questa mattina alla Farnesina, ha anticipato le sue dimissioni da Capo politico del Movimento.

Nel corso della presentazione del team di facilitatori, che dovrebbe diventare la struttura organizzativa del Movimento, Luigi Di Maio, il più giovane fra i protagonisti della scena politica internazionale, annuncerà di rinunciare al ruolo di capo politico del Movimento 5 stelle, carica nata, giova ricordarlo, su esplicita indicazione della nuova legge elettorale, e non per una scelta meditata, e votata, dal Movimento stesso.

Luigi di Maio, eletto con maggioranza bulgara sulla piattaforma Rousseau (il suo unico competitor era la senatrice amica di Burioni, e per questo invisa alla base del Movimento, Elena Fattori), è stato Ministro del Lavoro, Ministro dello Sviluppo economico e vicepremier nel governo ‘gialloverde’. In questa veste ha ottenuto indubiamente eccellenti risultati, che non hanno però premiato l’immagine del Movimento, scesa ai minimi soprattutto dopo il nuovo accordo con il Partito Democratico, visto dagli elettori come massima espressione del vecchio regime contro il quale il M5S si era battuto.

Dall’interno del Movimento, la critica all’azione di Di Maio riguardava proprio la sovrapposizione nella sua persona di governo e movimento che faceva apparire tutte le scelte governative (sempre frutto di inevitabili compromessi) come nuove posizioni del M5S. Sembra però evidente che la scelta di affidare il ‘cumulo’ di cariche a Di Maio fu responsabilità di tutti i vertici e di tutto il cerchio costruito intorno a Rousseau con il placet di Beppe Grillo. Per questo il passo indietro di Di Maio rappresenta una vera svolta del M5S: perché non di una semplice sostituzione si tratta, bensì di un cambio di modello (direzione collegiale) e di strategia, nel tentativo, quanto tardivo lo scopriremo, di recuperare quell’anima movimentista che l’esperienza di governo ha schiacciato.

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