MADRID 14 Ottobre. L’indegna sentenza emessa questa notte dalla Corte Suprema Spagnola condanna a pene dai 9 ai 13 anni di carcere nove leader indipendentisti catalani colpevoli, secondo la Corte, di ‘sedizione’ e ‘appropriazione indebita’.
Carcere per Junqueras ex vicepremier, per la ex speaker del parlamento catalano Carmen Forcadell, per Jordi Sànchez e Jordi Cuixart, fra i primi arrestati e per la cui liberazione si tennero manifestazioni oceaniche a Barcellona, e per gli ex ministri catalani Dolors Bassa, Joaquim Forn, Raul Romeva, Jordi Turull e Josep Rull. Altri tre imputati, a piede libero, Carles Mundó, Meritxell Borràs, Santi Vila, sono stati condannati a delle ammende.
La ‘grave attività criminale’ compiuta dal Governo catalano è consistita in un pacifico referendum in cui veniva chiesto al popolo della Catalogna di accettare o respingere una proposta di Indipendenza nazionale catalana rispetto al governo di Madrid, referendum vinto dagli indipendentisti.
Che nella democraticissima UE possano stare in prigione uomini che non hanno compito alcuna violenza, dunque esclusivamente per le loro idee, è inaccettabile. La Spagna si pone con questa sentenza, preceduta, peraltro, da ben due anni di carcere preventivo, del tutto al di fuori del contesto delle nazioni occidentali di democrazia compiuta, e la mancanza di reazioni, anzi la sostanziale complicità di tutti i governi europei pone un grave problema politico e giudiziario, dato che tutti gli europei hanno firmato la dichiarazione ONU per l’autodeterminazione dei popoli, per inciso la stessa dichiarazione che rende l’attacco al Kurdistan da parte di Erdogan degno di ogni misura ritorsiva internazionale.
Franco Slegato