ovidio news
Cocullo: il borgo dei serpari Cocullo: il borgo dei serpari
“A spasso per l’Abruzzo” Il blog di Giuseppe Solarino Riprendendo il nostro viaggio attraverso la Valle del Sagittario lasciamo Anversa degli Abruzzi e ci... Cocullo: il borgo dei serpari

“A spasso per l’Abruzzo” Il blog di Giuseppe Solarino

Riprendendo il nostro viaggio attraverso la Valle del Sagittario lasciamo Anversa degli Abruzzi e ci dirigiamo verso Cocullo. Il borgo, che conta 211 abitanti ed è sito a 897 metri di altezza al confine tra la Marsica e la Valle del Sagittario, è noto per la “festa dei serpari” che si svolge ogni 1°maggio per celebrare il patrono San Domenico Abate. La festa, famosa anche fuori dai confini nazionali, richiama tante persone da ogni parte e deve la propria unicità al fatto che la statua del Santo, mentre viene portata in processione per le vie del paese, è ricoperta da numerosi serpenti. I rettili, raccolti poche settimane prima nelle campagne dai serpari, vengono riposti attorno alla statua poco prima della processione. Le origini di tale rito si fanno risalire al popolo italico dei Marsi che venerava la dea Angizia la quale aveva il potere di dominare il fuoco e i serpenti. I Romani, che occuparono queste terre nel corso della guerra sociale dell’89 a.C., attribuirono a quel fiero popolo, che diede loro tanto filo da torcere, le capacità di guaritori e di maghi che usavano il veleno dei serpenti. Con l’avvento del Cristianesimo la figura di San Domenico Abate prese il posto della dea Angizia proseguendo l’antica tradizione.

Turismo a Cocullo nel 2023 - recensioni e consigli - Tripadvisor

Difatti, tra le altre cose, il Santo protegge i fedeli dai morsi dei serpenti. Le origini di Cocullo sono antiche e ne abbiamo conferma dal ritrovamento, tra Casale ed Anversa, di necropoli di epoca italica e di numerosi reperti tra cui molte statuette raffiguranti Ercole. Si tratta di ex voto che dimostrano l’esistenza nella zona di un santuario dedicato al mitico eroe. Prima di giungere a Cocullo incontriamo la piccola frazione di Casale. Quest’ultima corrisponde all’antica città di Koukoulon citata dagli antichi scrittori. Nella frazione si trova la Chiesetta di Santa Maria in Campo risalente al XII secolo. L’esterno, che conserva ancora le tracce romaniche, presenta la facciata con cantonali in pietra viva e terminazione a capanna. Al centro spicca il portale ogivale della prima fase gotica del XIII secolo, in pietra lavorata. L’interno è a navata unica, con la copertura a capriate lignee di pregio è il presbiterio con l’altare dove si trova la statua della Madonna Assunta, portata in processione il 15 agosto. Dopo Casale raggiungiamo Cocullo. Il centro storico del paese presenta numerose testimonianze di epoca medievale. Possiamo notare resti delle mura e alcune porte che si sono conservate fino ad oggi: Porta Ruggeri, Porta Renovata e Porta di Manno. Spicca la torre medievale, edificata dai longobardi nel XII secolo con funzioni di avvistamento, che in epoca successiva è divenuta la torre campanaria della vicina chiesa di San Nicola. Anche quest’ultima risale al XII secolo ed è stata ricavata modificando la pianta di un antico castello. La facciata è semplice mentre l’interno, a pianta rettangolare, è diviso in tre navate con una volta a botte lunettata. Proseguendo incontriamo la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente al XIII secolo, edificata dove in precedenza sorgeva un tempio dedicato a Giove. La facciata divisa in tre lesene presenta un rosone, un architrave raffigurante l’Agnus Dei e due statue del XVI secolo poste in due edicole. L’interno ha un’unica navata e presenta degli affreschi del Cinquecento raffiguranti la “Deposizione“, la “Crocifissione” ed un trittico di Sant’Antonio, della Maddalena e di Sant’Amico. Infine la chiesa di San Domenico esistente già nel XVI secolo ma poi ricostruita nel XX secolo. La chiesa presenta una grande cupola a tamburo ed un campanile a cuspide piramidale. La facciata è in conci di pietra, mentre l’interno presenta una pianta con una navata unica con abside semicircolare al centro della quale si trova l’altare maggiore. Sul lato destro c’è un pulpito ligneo finemente decorato mentre a sinistra si apre la cappella di San Domenico.

In questa cappella è conservata anche una campanella che l’usanza vuole venga tirata dai fedeli con i denti il giorno della festa patronale. Di particolare interesse la Fontana Medievale di via della Fonte. Realizzata in pietra presenta tre arcate a sesto acuto e balaustra.

Cocullo's snake charmers

Presso la sede del municipio è allocato il Centro di Documentazione delle Tradizioni Popolari. Custodisce la documentazione e il materiale di studio sulla festa dei serpari raccolto dall’antropologo, Alfonso Maria Di Nola. Vi si conservano scritti di Di Nola, gli Atti del convegno che annualmente si svolge in loco, l’archivio delle Tradizioni Popolari e un’emeroteca, oltre alla catalogazione digitale del patrimonio. Nel 2004 è stata allestita una sala multimediale permanente, con la proiezione di materiale audiovisivo d’epoca riguardante la festa di San Domenico Abate.

Giuseppe Solarino

Edizionio Sì
http://www.edizionisi.com