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Cittadini di Sulmona scrivono al’assessore Zavarella: “Non accettiamo lezioni da lei” Cittadini di Sulmona scrivono al’assessore Zavarella: “Non accettiamo lezioni da lei”
All’assessore Zavarella, che affida con orgoglio le sue ragioni ai quattro venti, che è razionalmente convinto della sua autonomia etica (non eterodiretta) e che... Cittadini di Sulmona scrivono al’assessore Zavarella: “Non accettiamo lezioni da lei”

All’assessore Zavarella, che affida con orgoglio le sue ragioni ai quattro venti, che è razionalmente convinto della sua autonomia etica (non eterodiretta) e che ritiene come le sue scelte altruistiche siano svincolate da ogni interesse particolare diciamo che non riesce a farcela bere.

Al dottor Zavarella consigliamo, per l’affinamento della sua già elevata cultura, le seguenti letture: “FILOSOFIA ONTOLOGICA dell’INDETERMINISMO. Il caso primario e il caso secondario. La sconnessione delle cause e la causalità intricata” di C. Tamagnone, non omettendo di far precedere lo studio della “Critica della ragion pura” di I.Kant. Ove ciò gli risultasse di difficile interpretazione può consultare, come eccellente e facile punto di partenza, la comunissima enciclopedia Treccani (tutto attaccato) alle voci determinismo (prima) e indeterminismo (a seguire). Per facilitargli il compito ci permettiamo di segnalare un altro buon punto di partenza quello concettuale, da cui partire per riflessioni più profonde:

Mentre la concezione deterministica del volere considera quest’ultimo totalmente determinato dagli stimoli che su di esso influiscono (cioè dalla capacità di attrazione dei fini che si presentano alla sua consapevolezza), la concezione indeterministica lo considera non necessariamente vincolato dalle pur urgenti valutazioni conoscitive del maggiore o minore bene: e può così giungere alla formulazione del concetto di libertà umana come riassumente la posizione dell’uomo che, non conoscendo il vero e il bene assoluti, può scegliere anche contro il bene”.

Prosegua facendosi guidare dal seguente concetto: “Ontologicamente la necessità conserva immutato l’esistente, mentre il caso apporta mutazioni. Queste possono essere di tipo abortivo per disadattamento del mutato nel sistema in cui va a inserirsi, oppure di tipo già adattato o di tipo evolutivo verso un qualche adattamento al contesto. L’ontologia deve dunque considerare sia le serie causali “lineari” (o conservative) e sia quelle “intricate”, in cui le cause possono disallinearsi, sovrapporsi o annullarsi, ma in ogni caso apportando dei cambiamenti nel sistema. Il determinismo è soltanto un’ideologia metafisico-teologica, poiché la necessità non regna assoluta: dunque non esiste alcun determinismo ontologico ma soltanto un indeterminismo dove la necessità conserva e il caso innova”.

Dimenticavo, dottore, di consigliarVi la lettura di: IL CODICE DELLE LEGGI MORALI Approccio olistico al cambiamento! (Bruno E. G. Fuoco).

Congedandosi con un passaggio estrapolato da uno scritto di Aristotele: “Sapiente è, infatti, colui che conosce le cause e, conoscendo le cause, sa insegnare. Più sapiente ancora è, chi conosce le cause relative alla realtà gratuita dell’essere, rispetto a chi conosce le cause relative al benessere della vita, o rispetto a chi conosce solamente le cause capaci di soddisfare le sue mere necessità. Sommamente e realmente sapiente è chi, alla fine, conosce le cause prime ed i principi (Aristotele, Metafisica, libro A, capitolo 1), i cittadini Francesco, Giovanni, Mario, Raffaele, Franco… le augurano buono studio assessore.