Londra. L’ex ministro degli Esteri ed ex sindaco della capitale inglese ha avuto oltre 90.000 voti fra i 160.000 elettori, iscritti al Partito Conservatore, distanziando abbondantemente l’altro candidato di peso, Jeremy Hunt.
Il suo programma consiste al momento soprattutto nel riuscire a portare a termine la Brexit, compito nel quale ha fallito la precedente primo ministro Theresa May e che lui, dichiaratamente pro-Brexit, affronterà con un differente approccio. Basti dire che si è impegnato a raggiungere il risultato entro il mese di ottobre “anche senza alcun accordo con Bruxelles”. Boris dovrà fronteggiare l’aggressiva campagna del Partito Laburista (favorevole a un nuovo referendum, in una curiosa concezione della democrazia per cui se una votazione non ci piace la facciamo ripetere) a anche il pesantissimo crollo di consensi nell’opinione pubblica nazionale.
Johnson è nato negli Stati Uniti, per molti anni ha avuto la doppia cittadinanza, e questo dovrebbe garantire il proseguimento della ferrea alleanza fra Il Regno Unito e le ex colonie d’oltre oceano.
La sua caratterizzazioni più netta è quella ecologista, che ha avuto modo di mettere in mostra negli anni da sindaco di Londra, puntando a un traffico ‘green’, con motori elettrici e potenziando la viabilità per le biciclette. E’ stato anche ministro dell’Istruzione.