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Avviso di garanzia a Bruno Di Masci Avviso di garanzia a Bruno Di Masci
Che girino le “zoccole” (notoriamente dei topi di grosse dimensioni che si riproducono volentieri) a Sulmona è un dato di fatto, del resto son... Avviso di garanzia a Bruno Di Masci

Che girino le “zoccole” (notoriamente dei topi di grosse dimensioni che si riproducono volentieri) a Sulmona è un dato di fatto, del resto son sempre girate e non ci sembra di doverne fare un dramma, salvo richiedere, a chi di Sulmona è Amministratore, di dedicare più attenzione al decoro urbano. Certo è che le suddette zoccole, soprattutto classe 2018, sembrano essere particolarmente incazzate, a Roma per esempio pare per motivi di estrema contrarietà rispetto all’elezione dell’ultima sindaca. E i racconti di chi è spettatore dell’orribile invasione ci riportano alla cittadina algerina di Orano, ambientazione del magnifico libro di Camus, La Peste, nella speranza che non vi saranno quegli stessi risvolti.

E il termine “zoccola” da qualche tempo deve andare particolarmente di moda, tant’è che viene usato perfino come insulto, ma “soltanto politico” tra colleghi del ramo. È di queste ore la notizia che un avviso di garanzia è stato notificato al consigliere commissariato di “minor-maggioranza” Bruno di Masci del PD&dintorni. Un’altra indagata, sempre per la questione della “zoccola” è l’ex dirigente di scuderia sempre PD, Luisa Leonarduzzi. Pare che il primo abbia offeso e che la seconda abbia diffuso attraverso il noto metodo informatico “whats app”.

I fatti della nota vicenda cittadina condussero a conseguenze minori di rilevanza dal punto di vista prettamente politico, ma certamente la gravità del fatto resta, sintomo di un degrado umano riconducibile ad una discriminanza di genere la quale, seppur verbale e superficiale, sottolinea carenze di eleganza e signorilità.

Insomma, un passo falso del noto politico locale, che rappresenta un po’ lo “zoccolo” duro del panorama cittadino, l’uomo con le chiavi in mano per intenderci, il quale, vogliamo aggiungere, non ci sentiamo di condannare definitivamente e per un’unica, seppur grave, disattenzione etica; non soltanto per le doti di diplomatico d’interesse, che stanno tenendo unito il comune di Sulmona, ma soprattutto per il cammino luminoso da lui fino ad ora intrapreso e la garanzia di continuità ereditaria che ci lascia, convinti come siamo che una rondine non faccia primavera, questo è risaputo, ma che nemmeno una zoccola faccia epidemia.

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