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Ancora una guerra Americana Ancora una guerra Americana
Daniel Vanhove Nella cieca certezza del loro “eccezionalismo”, gli Stati Uniti si sono abituati a usare il mondo come riserva per i propri bisogni... Ancora una guerra Americana

Daniel Vanhove

Nella cieca certezza del loro “eccezionalismo”, gli Stati Uniti si sono abituati a usare il mondo come riserva per i propri bisogni di crescita illimitata. E schierando le loro truppe in paesi lontani da casa, militarmente deboli e preferibilmente “esotici”, potrebbero mantenere per sempre questo sentimento di superiorità che li anima, (e che li accomuna, in parte, all‘intero Occidente). L’opinione pubblica guarda tutto ciò distrattamente, per la maggior parte del tempo.

Però, già in Siria, l’Occidente avrebbe dovuto rivedere la sua strategia. Infatti, non appena l’esercito russo si è schierato in appoggio al governo di Bashar Al-Assad, l’equilibrio delle forze è stato sconvolto, e nonostante un’alleanza con più di 100 paesi partecipanti al saccheggio di uno Stato sovrano riconosciuto dalle autorità delle Nazioni Unite e, dopo 10 anni di guerra, la Siria e il suo governo hanno resistito. E non solo: grazie all’appoggio Russo e iraniano, le forze governative hanno respinto gli eserciti della ‘coalizione’ e sono riuscite a riprendersi a poco a poco il terreno che avevano dovuto liberare all’inizio dell’aggressione bellica.

Ai paesi vassalli degli USA viene chiesto di partecipare agli sforzi bellici dell’impero, con regolari promemoria per aumentare il proprio budget di “difesa”, pena sanzioni. Tali sono le “democrazie” che i nostri Stati si vantano di rappresentare. Il diritto internazionale è sicuramente a geometria variabile ma con una costante: è e resta il diritto del più forte. In altre parole, questa Legge regolarmente menzionata “in caso di necessità” è un’esca: non è in alcun modo uno strumento al servizio di una Giustizia degna di questo nome e che dovrebbe comunque illuminare i nostri rapporti con gli altri.

Non c’è bisogno di cercare, e inventare, ipotesi sulle origini dell’attuale guerra in Ucraina. Molteplici analisi dettagliate sono sono disponibili: basta prendersi la briga di cercare, e non è difficile orizzontarsi tra info e falsi. 

Vogliamo qui solo ricordare che, come di consueto, l’Occidente non ha rispettato le sue promesse, in questo caso fatte dopo la caduta dell’URSS. Il Patto di Varsavia era stato smantellato in cambio della non espansione della Nato verso i confini russi… e che per anni questo stesso Occidente ha invece messo in atto il suo piano destinato proprio ad avvicinarsi ai confini della Russia. L’Ucraina è l’ultimo tassello. 

Forse però è il momento che il “cittadino medio”, lobotomizzato 24 ore. 24 e 7 giorni su 7 dai media mainstream, si svegli e capisca che i suoi rappresentanti politici, affiancati dai loro giornalisti di servizio gli mentono e gli dicono qualsiasi cosa purché si tratti di nascondere i veri motivi di questa come di tutte guerre. Per le guerre, molto sorprendentemente, c’è sempre abbastanza denaro, anche nel mentre i Governi, in loop, strombazzano di crisi e recessioni, anche quelli di stati praticamente falliti! 

Bisognerà ricordare ancora e ancora questa frase di Anatole France: “Crediamo di morire per il Paese, ma stiamo morendo per gli industriali”.

Non prendere mai il tuo avversario per più stupido: nella loro insaziabile fame di profitto, gli Stati Uniti hanno ben capito che il loro dominio planetario sta appassendo. 

Hanno capito che l’egemonia su cui avevano fatto affidamento si stava incrinando con l’emergere dei BRICS e in particolare di quella dell’inarrestabile Cina. Ma certo non vi hanno rinunciato.. E vedendo la crescente influenza della Russia sull’UE in particolare sulla Germania, hanno trovato intollerabile l’aumento della dipendenza energetica dalla Russia dovuta il Nordstream II che doveva essere silurato ad ogni costo. 

Hanno quindi attivato il loro piano, con l’Ucraina a pretesto e l’Ue in ostaggio, ignorando gli avvertimenti di Putin, che ha più volte ricordato le sue linee rosse. 

Abituati alle bugie e ai bluff, e godendo della totale impunità nonostante i loro innumerevoli crimini di guerra e crimini contro l’umanità, i guerrafondai della NATO e i loro miserabili vassalli volevano mettere alla prova il presidente russo. Errore grave. Le cui ripercussioni faranno presto precipitare l’economia di molti paesi in una gravissima recessione. Le ultime generazioni si sono nutrite dell’Internet virtuale e dei loro social network e non hanno la minima idea di cosa questo possa rappresentare quotidianamente. 

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Dunque, panico generale nelle cancellerie abituate a guerre lontane contro paesi “barbari” dove in qualche modo sopravvivono popolazioni “arretrate”. Pioggia di dichiarazioni in tutte le direzioni accompagnate da sanzioni suicide. Per la quarta volta in quasi un secolo, l’Europa entra in guerra, quella guerra che ci era stato assicurato sarebbe stata per sempre scongiurata con la costruzione dell’UE, il miglior baluardo contro qualsiasi nuovo conflitto sul territorio europeo…

Quando vedranno la trappola chiudersi come previsto sull’Ue – ed è già scattata – gli americani faranno come sono abituati: delegheranno a più imbecilli – mentre continueranno a vendergli le armi – e si defileranno prima della grande debacle… che noi europei pagheremo in contanti a tutti i livelli, avendo stupidamente tagliato in un odioso ‘‘bashing” la maggior parte dei legami con la Russia, proprio quella che ci ha salvato dal nazismo 70 anni fa, e che sta rifiorendo.. 

Tra poco tutto apparirà chiaro, e i cittadini capiranno – ”ma  un po’ in ritardo” come direbbe La Fontaine – che sono stati ingannati, traditi ancora una volta da chi pretende di rappresentarli- cercando di far dimenticare la negligenza, la collusione e i crimini commessi durante la cosiddetta “crisi sanitaria”.

Quello che forse gli americani possono permettersi dato il loro isolamento, il loro apparato militare e l’estensione del loro paese ancora pieno di immense ricchezze, non vale per noi europei. Noi siamo governati da una banda di nuovi arrivati ​​corrotti che gesticolano e mostrano muscoli che semplicemente non hanno. Gli USA hanno ribadito che non vogliono una guerra frontale con la Russia – e per una buona ragione – e lasceranno l’UE a badare a se stessa. Per sostituire i miliardi di m³ di gas importato dai gasdotti dalla Russia… e che per il 30% passa ancora dall’Ucraina) gli USA già annunciano forniture, a prezo altissimo, di GNL (Gas Naturale Liquefatto) che ci sarà consegnato, pare, da una flotta ancora tutta da costruire (meno di 400 metaniere nel mondo quando ne servirebbe più di 1. 000 al giorno) in porti le cui attrezzature sono a loro volta del tutto insufficienti.

A questo problema logistico molto reale si aggiunge quello delle contro-sanzioni russe sia per quanto riguarda tutti gli idrocarburi e i fertilizzanti essenziali per l’agricoltura, sia per le tonnellate di cereali e altri prodotti essenziali che la Russia fornisce a molti paesi, cosa che il Primo Ministro russo Dmitry Medvedev ha definito “armi silenziose”. E per non parlare del magistrale schiaffo in faccia ai grandi produttori di denaro in Occidente che si sono visti costretti, nonostante le loro spacconate, a pagare d’ora in poi i prodotti acquistati in una banca russa che convertirà le rispettive valute in rubli. A pena di interruzione dell’offerta.

La commedia di un mediocre attore, messa in scena con la regia della cricca sionista, sta ottenendo il risultato di impedire la nascita, auspicata dai russi e da forze minoritarie nella UE, di un blocco eurasiatico che avrebbe potuto lentamente liberarsi della dominazione anglosassone, la cui potenza sta, come detto, vacillando.

La classe dirigente europea sta, per i propri interessi diretti, come già avvenuto con il Covid 19, sta tradendoci, contraendo giganteschi debiti nei confronti dei banchieri, di cui saranno chiamati a rispondere i cittadini.

L’Europa si troverà in una recessione che l’opinione pubblica, disinformata e manipolata, non riesce ancora a vedere.

La versione originale di questo articolo è pubblicata su mondialisation.ca

Traduzione dal francese di Fabrizio Zani

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