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Abruzzo, cucù, il treno non c’è più Abruzzo, cucù, il treno non c’è più
Grazie a Marsilio, D’Alfonso, Fina, Di Girolamo & Co… privata del finanziamento promesso, la Roma-l’Aquila-Pescara finisce nel dimenticatoio Fabrizio Zani ” Non sarà un... Abruzzo, cucù, il treno non c’è più

Grazie a Marsilio, D’Alfonso, Fina, Di Girolamo & Co… privata del finanziamento promesso, la Roma-l’Aquila-Pescara finisce nel dimenticatoio

Fabrizio Zani

” Non sarà un caso se l’Abruzzo, una delle regioni più povere d’Italia, si va spopolando e non ha davanti uno straccio di futuro, se è vero che migliaia e migliaia di giovani, ogni anno, emigrano, in Italia o nel resto del mondo.”

Quindi la storia finisce qui. Decenni di chiacchiere e di polemiche, poi finalmente il primo progetto vero, quello del Mo.Ve.Te. che arriva al Ministero, è la base dell’accordo fra Regione Lazio e Regione Abruzzo. Sembrava fatta dopo il convegno di Avezzano e l’apparente “OK” di tutti.

Ma tutto questo era un semplice teatrino politico.

Intorno a una linea veloce Roma-L’Aquila-Pescara era inevitabile si scatenassero appetiti e interessi di ogni genere e grado.

Il Mo,Ve.Te. era un piccolo comitato, nato nella e per la società civile, senza nessuna forza propria che non fosse l’interesse generale e la capacità, grazie a una società di progettazione ferroviaria di Avezzano di andare oltre le formulazioni di principio.

E il progetto Mo.Ve.Te, aveva una serie di “difetti” imperdonabili. Costava poco, bucava poco, se ne fregava di ogni clientela, non aveva padrini. Figurarsi.

In due anni, sono andati alla carica gli esponenti Aquilani, che volevano il “loro” progetto, fottendosene di essere capoluogo dell’Abruzzo, per guadagnare 10 minuti sulla tratta Roma-L’Aquila (rispetto al progetto del MoVeTe), gli amici di Toto che volevano il triplo della gallerie, i referenti delle cittadine “saltate” dalla linea veloce (che nel progetto MoVeTe sarebbero state comunque servite) e quanti altri ancora preoccupati di non avere abbastanza vantaggi diretti: ché dell’Abruzzo non fregava, e non frega niente a nessuno.

Così, infine, all’attenzione del Governo e alla ricerca dei finanziamenti, garantiti, giurò Conte, dal PNRR, è arrivato un progetto devastante e devastatore, con decine e decine di gallerie, in aggiunta a un progetto Roma-L’Aquila tutto o quasi in galleria e a diversi piccoli miglioramenti clientelari proposti e finanziati “nel frattempo”. Ed è ovviamente arrivato in ritardo, quando i fondi del PNRR erano stati assegnati o quantomeno promessi.

Il MoVeTe si sciolse, dopo che il progetto era stato visionato dai vertici di RFI e dal Ministro, e depositato al Ministero, quando Conte garantì l’inclusione del finanziamento nel PNRR. Non avevamo fatto i conti con la cialtroneria, i conflitti d’interesse, la meschinità, e anche la miopia di una classe dirigente abruzzese indegna, che custodisce gelosamente i propri privilegi, le proprie amicizie e le proprie complicità e se ne frega completamente del bene comune.

Non sarà un caso se l’Abruzzo, una delle regioni più povere d’Italia, si va spopolando e non ha davanti uno straccio di futuro, se è vero che migliaia e migliaia di giovani, ogni anno, emigrano, in Italia o nel resto del mondo.

E fanno pure bene.

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