ovidio news
2013: perché voterò Grillo? Memorie di un fallimento politico 2013: perché voterò Grillo? Memorie di un fallimento politico
Alla soglie delle elezioni del 2103 scrissi questo post su facebook, un post ricco di speranza, ma del quale, purtroppo, confermo soltanto le mie... 2013: perché voterò Grillo? Memorie di un fallimento politico

Alla soglie delle elezioni del 2103 scrissi questo post su facebook, un post ricco di speranza, ma del quale, purtroppo, confermo soltanto le mie conclusioni…

Ho ascoltato minuziosamente tutti gli oratori. Ho letto minuziosamente quasi tutti i programmi elettorali (circa una quindicina fra gruppi e sottogruppi). Come forse mai prima d’ora.

Secondo il mio parere personale (e secondo il mio piacere, ovviamente) sono due le uniche persone degne di attenzione, attualmente: Renzi e Grillo. Avrei preferito votare Renzi, ma in un contesto molto più utopico dei sogni di Grillo, un contesto evidentemente impraticabile, nel quale non ci sarebbero dovuti essere intorno a lui (a Renzi), i soliti noti che da trent’anni a questa parte sguazzano nel loro orticello: parole noiose, parole uguali, toni identici, sorrisi forzati, irritante compassatezza, indifferenza ai panorami esterni a loro; per non parlare delle ruberie e del mal governo, del mal costume, del danno ambientale (che a tratti è già irreparabile e irreversibile). Nessuno degli “addetti ai lavori” ha voluto prendere in considerazione nemmeno una delle innovazioni energetiche che già da un ventennio, ci avrebbero potuto far fare a meno del petrolio, dei cattivi consumi alimentari, industriali e tecnologici. E quel che è davvero triste è che non mancano certo le menti: per un Leonardo del ‘500 con un ventesimo della popolazione rispetto ad oggi, ce ne saranno cento, chissà, forse mille. Ma l’ideologia geniale moderna è affogata già da un pezzo nei mari chiazzati dalle petroliere in avaria, nelle miniere di carbone a mille metri sottoterra, nella violenza dei frustrati che uccidono uomini e donne o che si suicidano, per mancanza di lavoro, imbarbarimento, declino morale e psicologico; e tra le mani di un bambino armato che saluta a grandi denti dal cuore dell’Africa spuntano bandierine europee e americane. Poi tanti bei discorsi, quelli non mancano mai“.

Nel 2013 il Movimento5Stelle andò all’opposizione con oltre il 25% (Lega 4%, Fratelli D’Italia 2%), la storia la sapete. Nel 2018 alle successive elezioni sfiorò il 33%. Cos’è che non è andato? Come mai i vecchi partiti semi estinti, sono adesso tornati al governo con percentuali quadruplicate? Non è andata l’idea, probabilmente, di poter affiancare un Movimento “rivoluzionario” ai nemici della rivoluzione. Quel 33% cosa sarebbe diventato se i “novelli rivoluzionari” fossero andati nuovamente all’opposizione invece di cedere a Salvini metà dei voti e l’altra metà al Partito Democratico? Certamente, molti dei fondatori del 5Stelle, al secondo mandato, non avrebbero mai avuto esperienza di governo… e del resto opporsi col 33% avrebbe mostrato, secondo alcuni, la debolezza dell’incompetente demagogo, molto bravo a dire quel che va fatto promettendo, ed incapace a realizzarlo nel momento del mettersi all’opera.

In realtà la trappola del vecchio sistema politico veniva piazzata proprio nel momento di maggior entusiasmo del Movimento5Stelle. quando la vittoria relativa illuse che quel 33% avrebbe fatto la differenza. E a dirla tutta, a quel 33% di sogni da tirare fuori dal cassetto, più di qualcosa venne concesso, ed alcuni ottimi risultati sarebbero stati ben presto acquisiti. Nulla di definitivo però, se dopo tre anni la spaccatura definitiva all’interno del movimento e il suo benestare al ritorno al potere della vecchia politica, rischia adesso di vedere cambiata o modificata tutta una rivoluzione che, ad oggi, sembra più simile ad una eiaculazione precoce che ad una efficace e soddisfacente manovra utile ad un cambiamento effettivo e duraturo.

Le battaglie contro un’economia padrona dell’Italia, fondata su un debito fantasma e impossibile da ripagare, le battaglie contro quell’economia praticata dentro le banche e mascherata da Europa, non solo non sono state affrontate, perpetrando le iniziali promesse dai palchi delle piazze, tantomeno sono state vinte. L’elezione di Draghi sopra i ministeri “del tutti insieme appassionatamente” confermerà una rotta pericolosa per l’Italia, sempre più al guinzaglio del barbaro straniero. Cosa sarà delle concessioni autostradali? Dell’editoria? Della Giustizia? Qua si rischia che non cambierà nulla rispetto a prima del Movimento. E l’ambiente? Un disastro senza più possibilità di ritorno. E resisteranno poi, gli essenziali provvedimenti come il Reddito di Cittadinanza? Avranno ancora senso parole come “Spazzacorrotti”, “Salvamare”, “DecretoClima”, “Ecobonus”, “TaglioVitalizi”, “CodiceRosso”?

Personalmente da ex attivista del Movimento 5 Stelle mi auguro, quantomeno, che gli sforzi generati, pure se oggi rinnegati dai governisti traditori del patto coi cittadini, abbiano un minimo di speranza di soluzioni positive. E mentre il nuovo Movimento, si abbraccia e convive con il nemico di sempre, illudendosi o mentendo di fare il bene del Paese e rinnegando la matrice stessa della propria funzionalità etica, libera e morale, sono vicino a chi si è allontanato e a tutti quegli espulsi dal Movimento, gli ultimi in grado di poter lottare per quel cambiamento sempre più utopico e sempre meno reale. Gli ultimi a poter camminare ancora a testa alta.

Mirko Mocellin